La rassegna Next Generation organizzata nei giorni del festival del cinema di Giffoni ha affontato timori e speranze legati alla quarta rivoluzione industriale, in particolare per ciò che riguarda il modo in cui i giovani possono imparare a conoscere le potenzialità della robotica per il loro futuro
«Sempre più spesso i bambini sotto l’anno di vita imparano a usare il tablet e cominciano a interpretare gli oggetti che li circondano come se fossero dispositivi elettronici: si fanno domande e si stupiscono quando si accorgono che il giornale o la rivista che trovano per casa non sono touch». Il professore Orazio Miglino, docente di psicologia dello sviluppo e psicologia dell’educazione all’università Federico II di Napoli con queste parole dà la misura di quanto sia importante educare all’intelligenza artificiale. Il tema è stato al centro della tavola rotonda Educate The Artificial Intelligence organizzato da Giffoni Innovation Hub per la rassegna Next Generation nei giorni del festival del cinema dedicato ai ragazzi nel paese del salernitano.
Un cambio sistemico nell’istruzione
Si è parlato dei timori occupazionali che suscita pensare alla quarta rivoluzione industriale e di come si possa integrare l’intelligenza artificiale nelle strategie di insegnamento. Ne ha discusso nello specifico il professore Alfonso Molina, docente di strategie delle tecnologie dell’università di Edimburgo e direttore scientifico Fondazione Mondo Digitale che ha moderato il confronto nell’Antica Ramiera, quartier generale del Giffoni Innovation Hub. «È necessario un cambio sistemico che porti soprattutto alla consapevolezza di cosa è l’intelligenza artificiale. E soprattutto del fatto che i robot non devono rimpiazzare gli insegnanti, ma arricchire il loro lavoro, permettendo loro di essere più creativi». In questo senso è partito il progetto delle palestre dell’innovazione che ha coinvolto fino ad ora 119 scuole di 19 regioni italiane per educare i ragazzi all’autoimprenditorialità, partendo dal basso.
Il Digital Open Space
Alla tavola rotonda di Giffoni ha partecipato anche il professore Roberto Tagliaferri, docente di informatica all’università di Salerno che ha parlato dell’apprendimento da esempi e di come questo processo possa essere utilizzato anche dalle macchine, creando una rete neurale che sia un insieme di reti più complesse. In ascolto dal mondo della scuola c’era il professore Andrea Starace dell’istituto comprensivo Picentia di Pontecagnano che ha scelto di partecipare a un bando per realizzare il Dos (Digital Open Space) in cui i ragazzi potranno avere accesso a strumenti di solito nemmeno contemplati nelle scuole tradizionali.
L’intelligenza artificiale nell’imprenditoria
Hanno portato la loro esperienza anche alcune realtà imprenditoriali, come quella di Axélero che lavora sull’addestramento per concetti della tecnologia dei chatbot, sempre più utilizzati nei servizi ai clienti. Stefano Mancuso, capo di Axélero Next, ha spiegato il funzionamento del sistema sviluppato dalla sua business unit che riesce a fornire un servizio di alto livello, analizzando il linguaggio naturale e arrivando a superare anche le differenze regionali in fatto di comunicazione. Stefano Marioni, ceo di Extrapola, ha portato alla tavola rotonda l’algoritmo di creazione aziendale per lo sviluppo di tecnologia di intelligenza artificiale.
La Cinema Box del Dream Team
Ad ascoltare il dibattito nell’Antica ramiera c’erano anche i ragazzi del Dream Team di Giffoni Innovation Hub, la community di giovani under 30 di diverse nazionalità che ogni anno lavora a delle idee imprenditoriali che mettano in risalto la loro creatività. Il gruppo di giovani messicani dell’università di Monterrey, per esempio, si sta concentrando da un anno sulla Cinema Box, un contenitore da distribuire ai bambini che vanno a vedere i film: «È una scatola che verrà venduta nelle sale e che sarà possibile ordinare online. Contiene cibo italiano da consumare durante le proiezioni, ma si può trasformare in un gioco da tavola per far divertire i più piccoli con elementi interattivi che facciano sviluppare la loro creatività. La scatola è però anche il punto di partenza per tutorial che insegnino ai bambini a fare foto, girare video, presentare loro delle sfide e magari vincere l’opportunità di arrivare a Giffoni», racconta Samantha Turrubiate Arreola, una delle ragazze del gruppo.
«All’interno della scatola ci sono spiedini, panini, grissini, tutti cibi che siano facili da mangiare senza bisogno che siano riscaldati in un forno», aggiunge Jessica Esmerarla Araiza Castelan, che spiega a Startupitalia la cura con la quale hanno pensato a tutti i dettagli. I giorni passati qui a Giffoni sono per i ragazzi anche un’esperienza di incontro: «È il mio primo anno qui a Giffoni. Mi piace vedere come le persone siano aperte a culture differenti e come siano gentili nei confronti di tutti. È interessante rendersi conto di come, nonostante le differenze e le barriere linguistiche che si pongono tra di noi, possiamo far convergere le idee e lavorare insieme per realizzarle», conclude Hatziri Valdés Lopés.