L’Amministratore Delegato di Cisco Italia dà un giudizio positivo del Piano del Governo «perché affronta il tema della trasformazione digitale con una ottica di sistema»
Dalla formazione degli studenti alla produzione di beni e servizi. In mezzo, un piano di investimenti che secondo le previsioni del Governo dovrebbe mobilitare complessivamente, tra impegno pubblico e leva per i privati, più di 50 miliardi. «Il nostro giudizio sul Piano per l’Industria 4.0 presentato dal Governo è molto positivo, perché affronta il tema della trasformazione digitale con una ottica di sistema» ha dichiarato Agostino Santoni, Amministratore Delegato di Cisco Italia. Nel dettaglio il Governo investe 13 miliardi su innovazione e fabbricazione digitale, prevede detrazioni del 30% e detassazione del capital gain per chi investe in startup e Pmi innovative. Fra i punti chiave, il nodo degli incentivi, che non saranno messi più a bando perché, secondo il Ministro Calenda «è un modo per non spendere». Il piano nazionale Industria 4.0, invece, è «costruito su incentivi fiscali orizzontali».
Tra le misure previste, anche tempi più lunghi per il superammortamento (prorogato a un anno), per l’iperammortamento, (incrementato dell’aliquota al 250% per i beni 4.0) e sempre a proposito dei soldi per ricerca e sviluppo, una rimodulazione del credito di imposta: sarà incrementale, raddoppiando dal 25 al 50% l’aliquota della spesa interna, con un credito massimo da 5 fino a 20 milioni di euro.
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Potenzia gli strumenti per facilitare gli investimenti
Per Agostino Santoni il Piano per l’Industria 4.0 «punta a creare le condizioni che permettono alle aziende italiane di costruire il proprio percorso individuale, prendendo in considerazione tutti i fattori chiave per realizzare il cambiamento. Potenzia gli strumenti per facilitare gli investimenti non solo in tecnologia ma anche in ricerca, trasferimento di innovazione e in co-innovazione. Connette lo sviluppo dell’industria digitale allo sviluppo delle infrastrutture di accesso. Riconosce l’importanza per le imprese italiane di avere punti di riferimento per avere un supporto nella digitalizzazione».
Diffusione di competenze a tutti i livelli
«Soprattutto – ha aggiunto Santoni – il piano mette a fuoco il valore chiave della diffusione di competenze a tutti i livelli, dalla scuola all’università al mercato. Mettere al centro le persone e le loro competenze è necessario per fare in modo che l’industria italiana possa crescere con il digitale, ora e nel lungo periodo, con effetti positivi sull’economia e sulla società».