Intervista a Simone Bubbico, giovane artista che ha vinto il premio speciale Axa Italia al Talent Prize 2015, con l’opera “Materia Oscura”
Domenica 15 novembre è stata inaugurata a Roma la mostra che raccoglie le opere degli artisti vincitori del Talent Prize 2015 (ve ne avevamo parlato qui). Il Talent Prize è un concorso di arti visive, promosso dalla rivista Inside Art che punta a lanciare i migliori artisti emergenti. Simone Bubbico è uno di loro. 31 anni, di Torino, Bubbico si è aggiudicato il premio speciale Axa Italia con la sua opera “Materia oscura”. Isabella Falautano, direttore Communication, Corporate responsibility & Public Affairs di Axa Italia ha commentato così la premiazione di Bubbico: «Siamo orgogliosi di sostenere ancora una volta il Talent Prize e di assegnare il terzo premio speciale AXA. L’opera vincitrice ci ha colpito per come ha saputo interpretare un tema che per noi è centrale e che per tutti è in continua evoluzione: la protezione del futuro. Proteggere il mondo dell’arte e della cultura, attraverso il talento, significa tutelare l’identità del Paese, trovare nuove chiavi di lettura e dare impulso a un motore di cambiamento e sviluppo per la società».
Simone, ti aspettavi questo riconoscimento?
«Assolutamente no, ma ne sono molto felice. Sono contento soprattutto che durante l’inaugurazione molte persone si siano incuriosite alla mia opera, mi abbiano fatto delle domande. Insomma, c’è stato interesse e già solo quello per me è una gran vittoria».
Cosa ti ha spinto a partecipare al Talent Prize?
«Erano già un paio d’anni che volevo partecipare, ma non avevo dei lavori pronti che mi convincessero. Ci tenevo sia per la giuria, composta da nomi di rilievo nel panorama culturale italiano, sia per la possibilità di poter esporre a Roma, in una città diversa dalla mia. E’ molto interessante poter avere un confronto con contesti differenti: non è la prima volta che espongo a Roma, ma la scorsa volta è stato un po’ diverso. Il lavoro faceva parte di un percorso che era partito da qui, da Torino».
Cosa rappresenta la tua opera “Materia Oscura”?
«Il lavoro fa parte di una serie, che ho intenzione di portare avanti, sul tema della materia oscura. Mi sono interessato molto agli studi di cosmologi e scienziati su questa particolare sostanza, che compone il 90% dell’universo e su cui non si sa praticamente nulla. Si pensa che siano particelle invisibili che hanno degli effetti sulla gravità, e che deviano la luce. Ho iniziato a cercare del materiale riguardo a questo perché mi affascina il tema che si accosta bene con un argomento da cui lavoro già da tempo, quello della luce. L’opera si compone di blocchi di carbone sospesi che quando vengono colpiti dalla luce proiettano una figura umana che si apre a volo di farfalla. L’ombra della figura umana rappresenta l’universo, mentre le farfalle simboleggiano il cambiamento costante».
Cosa consiglieresti a uno studente che intende cominciare una carriera nel mondo dell’arte?
«Di studiare, approfondire molto. Di essere curioso, la voglia di conoscere cose sempre nuove è uno stimolo per creare lavori interessanti. E poi viaggiare e cercare di spingersi sempre un po’ oltre: creare qualcosa di originale è difficile, ma è importante cercare di trovare la propria chiave di lettura e fare cose che rispecchiano la propria personalità».