Il Consiglio dei Ministri ha dato l’ok al decreto in cui si prevede l’obbligatorietà della didattica a distanza per i docenti con i loro mezzi a disposizione. Lezioni online che dovrebbero continuare anche a settembre.
La didattica a distanza non è più consigliata ma sarà obbligatoria. Almeno fino alla fine dell’emergenza coronavirus. E’ quanto prevede il decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri il 6 aprile 2020.
La didattica a distanza diventa obbligatoria
In attesa del testo definitivo, c’è proprio un comma specifico nel testo dove è scritto che “in corrispondenza della sospensione delle attività didattiche in presenza a seguito dell’emergenza epidemiologica, il personale docente assicura comunque le prestazioni didattiche nelle modalità a distanza, utilizzando strumenti informatici o tecnologici a disposizione”.
Ciò vuol dire che la didattica online dovrà essere garantita dai docenti per proseguire le attività didattiche previste in condizioni normali. Con i mezzi a disposizione di ogni singolo insegnante.
Si tratta di un cambio di passo quasi repentino da parte del Ministero dell’Istruzione: infatti solo qualche settimana fa la nota 388 del 17 marzo scorso del Ministero dell’Istruzione spiegava che la didattica a distanza non è “un adempimento formale, perché nulla di meramente formale può essere richiesto in un frangente come questo”.
Oggi, con il nuovo decreto legge, il quadro è mutato, perché le lezioni a distanza diventano obbligatorie in quanto unica modalità per concludere l’anno scolastico in corso. Ma non solo: visto il problema atavico e sempre presente delle classi pollaio, anche in autunno la didattica online potrebbe restare. Tutto, ovviamente, è legato all’evoluzione del virus che, se non dovesse mollare la presa in maniera definitiva, potrebbe costringere il Governo italiano e, nello specifico, il Ministero dell’Istruzione, a far proseguire a distanza le lezioni.
E, sempre secondo il nuovo decreto scuola, nonostante ci sia una sorta di “tutti promossi“, la valutazione finale degli alunni terrà ovviamente conto dell’attività di didattica a distanza. Valutazione che si avrà a seguito degli scrutini online in ogni caso.
Saranno tutti pronti al cambiamento?
Ma siamo sicuri che tutti riusciranno a garantire la didattica a distanza? Non solo non tutti gli alunni vengono raggiunti dalla didattica a distanza, ma il digital divide colpisce anche gli stessi docenti, che, secondo il nuovo decreto dovranno garantire le lezioni a distanza con i device a loro disposizione.
Questo quadro si evince anche nell’ultima ricerca ISTAT ‘Spazi in casa e disponibilità di computer per bambini e ragazzi’.
In base a questo rapporto, le famiglie senza computer superano il 41% nel Sud Italia, con Calabria e Sicilia in testa (rispettivamente 46% e 44,4%), ed è circa il 30% nelle altre aree del Paese.
Nel Mezzogiorno, non bastano anche i computer per famiglia: il 26,6% ha a disposizione un numero di pc e tablet per meno della metà dei componenti e solo il 14,1% ne ha almeno uno per ciascun componente.
Discorso diverso nelle regioni del Nord: a Trento, Bolzano e in Lombardia oltre il 70% delle famiglie ha un computer in casa, e la quota supera il 70% anche nel Lazio. Nel Nord, inoltre, la quota di famiglie in cui tutti i componenti hanno un pc sale al 26,3%.
Quindi, a ben vedere, la didattica a distanza obbligatoria potrebbe creare alcuni problemi in diverse zone d’Italia. Per alunni e prof. Tuttavia, come fatto finora, gli insegnanti, o comunque una buona parte, sono riusciti a sopperire in qualche modo alle difficoltà e siamo sicuri che faranno altrettanto nei prossimi mesi.