Dall’analisi del Joint Information Systems Committee la chiave di volta per stimolare l’interesse e l’attenzione degli alunni è innanzitutto un’elevata preparazione dell’insegnante. Il modello Lancaster University
I nativi digitali sono esperti di tecnologia e sanno gestire adeguatamente gli strumenti digitali. Ma è proprio così? Uno spunto interessante rispetto a questa affermazione arriva dalla Gran Bretagna e dai dati di un sondaggio condotto dal Jisc (il Joint Information Systems Committee), organizzazione che si occupa di digitale (con un focus particolare su scuola e ricerca). Secondo il rapporto, solo il 65% dei 22.500 studenti universitari intervistati ha dichiarato di ricevere un adeguato supporto all’utilizzo degli strumenti digitali quando ne ha bisogno. La maggior parte dei ragazzi, inoltre, si è dimostrata più motivata ad approfondire la conoscenza degli strumenti digitali quando il docente dimostrava un adeguato know how in materia. La chiave di volta per stimolare l’interesse e l’attenzione degli alunni, spiegano gli esperti, è innanzitutto
un’elevata preparazione dell’insegnante favorisce l’instaurarsi di un ambiente digitale fluido, in cui vi è un’adeguata circolazione delle competenze e una maggiore predisposizione all’apprendimento
Il modello Lancaster University
La Lancaster University sembra essere un modello in questo senso: l’università ha infatti adottato un approccio “dot.everything”: ogni singolo processo, dalle ammissioni alla valutazione degli studenti passando per la gestione delle buste paga, viene gestito online. Ma non bisogna ripensare solo alle funzioni digitali, anche gli spazi della formazione digitali vengono ridefiniti. Grazie alla digitalizzazione, gli spazi non sono più fissi ma modulari e flessibili; in un intervento durante la Digifest, evento inglese dedicato all’educazione digitale, Liz Ellis dell’associazione Open University ha chiarito che gli spazi e le interfacce digitali delle applicazioni si uniranno in forme integrate e flessibili.
Investire sulla formazione
Quindi, aveva raccomandato l’esperta, piuttosto che investire in nuovi spazi ove allocare le tecnologie digitali, sarebbe lungimirante formare adeguatamente il personale, perché possano trasmettere agli studenti le competenze digitali necessarie. Se l’università deciderà di intraprendere questo percorso, si avrà un’occasione reale per svolgere un’attività di formazione a tutti i livelli.