Carlo Mazzone è il primo italiano a entrare nella top ten del Global Teacher Prize: il Nobel dei docenti. Con lui abbiamo parlato di scuola, impresa, COVID e futuro
«Ragazzi, scusate possiamo trovare dieci minuti per StartupItalia?». Carlo Mazzone, 54 anni (55 a dicembre), è appena arrivato in classe. Insegna informatica ed educazione imprenditoriale all’Istituto Tecnico Lucarelli di Benevento. Non è una mattina come tante, da giovedì è sulle principali testate del nostro Paese. È il primo docente italiano ad aver conquistato un posto nella decina finale dei Global Teacher Prize, il premio dei migliori professori del mondo, quello che mette in palio il premio da un milione di dollari da impiegare in progetti scolastici. Insomma, c’è un Nobel dell’insegnamento, Mazzone è nella top ten ed è la prima volta per un insegnante italiano. Ci è finito dopo una selezione lo ha scelto tra 12 mila candidati di 140 Paesi.
Professore, come se l’è cavata con i mesi di didattica digitale, il Covid e il rientro?
«La didattica digitale è stato l’unico strumento che avevamo in un momento, sicuramente difficile da gestire. Abbiamo imparato tanto. Spero che ora che siamo tornati in presenza, si possa rimanere in presenza (perché è assolutamente indispensabile), ma anche che le competenze imparate ci possano tornare utili».
L’ennesima opportunità da non perdere insomma?
«Assolutamente. Nei momenti di difficoltà si trovano tante possibili strade per fare cose in modo diverso e innovativo».
Perché in Italia si fa così tanta fatica in fatto di digitale?
«Occorre far perdere la diffidenza nei confronti del digitale. Un po’ come per la matematica. E occorre far capire che il digitale è uno strumento non un fine».
Il Nobel degli insegnanti
Che cosa ha convinto i giurati del lavoro di Carlo Mazzone? La capacità di trasmettere ai suoi studenti voglia di fare e di credere nelle proprie idee, trasformarle in attività e soprattutto in startup. «Hanno visto in me – ha spiegato Mazzone – la capacità di trasferire competenze per il digitale. Sono un Digital Evangelist e hanno avuto un peso anche le mie pubblicazioni, lavori che – ha precisato – nascono dal contesto didattico e con l’aiuto dei miei studenti. Poi, ma questa è una mia impressione, ha contato anche l’approccio imprenditoriale all’interno delle mie classi: un contesto creativo ma al tempo stesso di progettualità reale, che aiuta i ragazzi a costruire delle mini imprese». Eccitato, felice, ora Carlo (Benevento e un po’ tutta l’Italia) aspetta il nome del vincitore che sarà annunciato durante la cerimonia di assegnazione che si terrà il 3 dicembre 2020: per la prima volta virtuale però, a causa della pandemia di Covid.
Professore che effetto le fa tutta questa attenzione?
«Orgoglio, soddisfazione e inevitabilmente senso di responsabilità».
Coding e piattaforme e-learning per gli studenti
Carlo Mazzone è originario di Ceppaloni (a dieci minuti da Benevento) dove vive con la moglie Romina (insegnante elementare) e i figli Ludovica e Jacopo di 13 e 11 anni. «Mio padre era preside, mia madre insegnante alle scuole elementari. Mia sorella anche è insegnante. A casa mia si è sempre discusso di scuola. Conosco vizi e virtù della scuola italiana, voglio utilizzare il mio ruolo per mandare un messaggio di positività e di innovazione». Carlo nel corso degli anni ha pubblicato una serie di lavori sul linguaggio di programmazione C e C++, utilizzati anche in alcune università. Mazzone è anche Animatore Digitale, ovvero guida la realizzazione nella sua scuola del Piano Nazionale Scuola Digitale del Governo. Ha creato diverse piattaforme di e-learning per gestire e semplificare il lavoro degli studenti. Fa parte dei Docenti imprenditivi, gruppo di lavoro di Junior Achievement Italia nato per creare una community di insegnanti interessati a introdurre a Scuola l’imprenditorialità.
Professore come si spiegano le startup agli studenti? Quali sono le parole chiave?
«La parola chiave? Passione. Sono i ragazzi a scegliere l’oggetto di creazione del proprio servizio e questo li porta a lavorare indipendentemente dalle richieste scolastiche».
Che cosa dice del “fallimento” ai suoi ragazzi?
«C’è un’altra parola chiave: è divertimento. Non è detto che si debba fare ciò che va incontro alle esigenze del mercato. Se uno ci crede tanto, è possibile poi che alla tua idea inizino a credere anche gli altri. È una palestra. Si impara molto dagli insuccessi e dagli errori»
Il vivariumware del professor Mazzone
Per entrare nella didattica di Carlo Mazzone bisogna però capire bene il vivariumware: il metodo.
Professore, spieghiamo cos’è il vivariumware, che è al centro delle sue lezioni?
«Vivariumware è un neologismo che ho coniato. Si compone di ware, ovvero materiale, e vivarium, che significa vivaio. L’idea è creare dei progetti che come delle piantine possono diventare alberi di alto fusto e quindi progetti imprenditoriali. Ovvio, uno su mille. La classe viene divisa in una serie di gruppi, con un’idea, un nome e un team leader, che a sua volta si interfaccia con il committente (il professore) e un project leader. Questo terrà i rapporti con i vari team leader e dovrà raccogliere i dettagli sui singoli progetti e sintetizzare in un documento le varie fasi di avanzamento dei progetti stessi. Alla fine del percorso c’è una presentazione in modalità pitch, dove ogni gruppo vota gli altri progetti».
I suoi studenti primi sulla formazione aziendale
Un approccio quello del vivariumware che ha sposato anche la filosofia di Junior Achievement per la formazione aziendale, nelle cui competizioni gli studenti di Carlo Mazzone, vincendo «per quattro volte» le competizioni regionali in Campania e il concorso nazionale italiano del 2019. Questo a sua volta ha portato la sua classe a rappresentare l’Italia al concorso internazionale di Lilla, dove si è classificata seconda.
I complimenti della ministra Azzolina…
«Mazzone insegna educazione imprenditoriale in un territorio difficile – ha sottolineato su Facebook la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina – ad alta disoccupazione e rischio di abbandono scolastico. Un territorio dal quale i giovani fuggono per trovare lavoro. Coi suoi progetti, questo brillante docente, è riuscito a portare le sue studentesse e i suoi studenti a partecipare con successo a premi internazionali e locali sull’imprenditoria giovanile. Grazie Carlo per tutto ciò che fai i miei migliori auguri per questo riconoscimento».
…e della ex ministra Giannini
Anche Stefania Giannini, ex ministro dell’Istruzione e attualmente vicedirettore generale dell’UNESCO per il settore educazione, si è complimentata con il professore di Benevento. «Spero che la sua storia ispiri chi vuole intraprendere la professione di insegnante e metta in luce l’incredibile lavoro svolto quotidianamente dagli insegnanti in Italia e nel mondo – ha dichiarato – da quando è emersa la pandemia di coronavirus, 1,5 miliardi di studenti in tutto il mondo – ha ricordato – sono stati colpiti dalla chiusura di scuole e università. Non tutti gli studenti, però, sono colpiti allo stesso modo. I governi devono imparare da queste lezioni e agire con decisione per garantire che tutti i bambini ricevano un’istruzione di qualità nell’era del Covid e non solo».