Il Palazzo di vetro non è poi così trasparente: la pellicola del regista Per Fly racconta il lato oscuro dell’Onu basandosi sul romanzo Backstabbing for Beginners
Forse non tutti si ricordano dello scandalo che diversi anni fa travolse l’Onu in merito al suo programma Oil for food. Anche per questo, è utile andare a vedere Giochi di potere (M2 Pictures), il film di Per Fly tratto dal romanzo autobiografico Backstabbing for Beginners (Pugnalate alla schiena per principianti) scritto da Michael Soussan, all’epoca giovane funzionario dell’ONU che decise di denunciare al mondo il fatto che il Palazzo di vetro non fosse poi così trasparente.
Un giro di tangenti che coinvolse oltre 2000 multinazionali
Il programma dell’ONU, Oil for food, prevedeva letteralmente “petrolio in cambio di cibo“: aiuto umanitario al popolo dell’Iraq, schiacciato dalla opprimente dittatura di Saddam Hussein e affamato dagli embarghi internazionali in risposta all’invasione del Kuwait, grazie ai profitti derivanti dalla vendita del petrolio iracheno. Sulla carta, una missione nobile. Ma le carte che iniziarono a circolare da lì a breve furono altre: le tangenti. Tangenti che coinvolsero più di 2300 compagnie multinazionali, fra cui pezzi da 90 come Texaco, Volvo e anche Mercedes.
Il coraggio del giovane funzionario dell’Onu
A denunciare il malaffare al quotidiano Wall Street Journal fu Michael Soussan, entrato nell’ONU convinto di potere fare del bene ma destinato a scontrarsi contro quei giochi di potere su cui pone l’accento il film del danese Per Fly. Grazie al suo coraggio, la magistratura riuscì a fare luce su uno degli scandali più grandi e vergognosi della storia recente. Dal rapporto voluto dal segretario generale delle Nazioni Unite dell’epoca, Kofi Annan, emerse che Saddam Hussein distrasse fondi per 1,8 miliardi di dollari a favore di circa la metà delle multinazionali che trafficarono con l’Iraq sotto l’egida dell’ONU.
Giochi di potere, in perenne equilibrio tra bene e male
Nel film, Michael Soussan ha il volto di Theo James mentre Ben Kingsley interpreta Pasha, il sottosegretario dell’Onu incaricato del programma, il quale, dopo aver assunto Michael, lo istruisce sulla necessità di ungere gli ingranaggi per lavorare nel Paese in cui regna Saddam. L’idealismo del giovane funzionario si scontra con il pragmatismo del vecchio e navigato Pasha e l’intera pellicola gioca su questo dualismo.
Iraq e USA, vincitori e vinti, democrazia e dittatura, aiuti umanitari e trafficanti senza scrupoli: non due facce contrapposte della stessa medaglia ma elementi che tendono a confondersi, confondendo anche la morale di chi quotidianamente opera convinto che per fare del bene occorra necessariamente sporcarsi le mani. A farne le spese il popolo iraqeno, senza più medicine, cibo e persino acqua potabile. Toccando con mano la sofferenza della gente, Michael Soussan deciderà però di non arrendersi al compromesso e troverà la forza di scoperchiare il sistema.