All’istituto “Artom” di Asti i ragazzi che frequentano i 3 indirizzi della scuola si sono uniti per realizzare un progetto ambizioso: far diventare l’alloggio del custode in una casa domotica
Un tempo era l’abitazione del custode, oggi è una casa domotica che servirà per sperimentare prototipi che nascono all’interno dell’istituto “Artom” di Asti. Tutto è nato da una tesina di maturità. Da quell’idea presentata davanti ad una commissione d’esame è scaturito un progetto condiviso dalla Provincia e dal ministero dell’Istruzione: realizzare una casa innovativa controllata da un’app che si può installare su uno smartphone. A costruire l’abitazione del futuro hanno collaborato tutti i tre indirizzi della scuola: quello di meccanica, di elettronica e di informatica. Ognuno ha fatto la sua parte: i primi hanno sostituito il meccanismo di quattro tapparelle già esistenti, realizzato gli adattamenti per i motori e rimontato il tutto.
La “squadra” degli elettrotecnici ha messo mano all’impianto elettrico, ha progettato il quadro ausiliare e apportato le modifiche necessarie per rendere tutto controllabile a distanza. Grazie ai compagni del corso di elettronica sono stati installati relè commutatori, telecamere e dispositivi per il controllo dell’impianto antincendio oltre che motori per le porte. Un lavoro fatto nel giro di un anno che ha visto alternarsi nella ex casa del custode i ragazzi dei diversi corsi: il team di informatica ha imparato a gestire la comunicazione wirelles Android-Arduino per l’automazione dei vari dispositivi già installati nel locale così come ha implementato il server dell’interfaccia grafica di controllo luci.
Alla fine dopo mesi di cantiere sotto il coordinamento dei docenti Raffaele Nappo, Mirella Torta, Michele Garofano e la collaborazione del tecnico della “New Tech” Gregorio Di Salvo, si è arrivati all’inaugurazione: ora il locale è attrezzato per la sperimentazione di tecnologia innovativa con particolare riferimento alla domotica e al telecontrollo. Il tutto è stato presentato al dirigente dell’ufficio scolastico provinciale Franco Calcagno e agli amministratori: la filosofia dei ragazzi e dei professori è, infatti, quella di far comprendere come l’innovazione e l’uso intelligente della tecnologia possono essere utili persino ad abbattere le barriere architettoniche. Una casa domotica è un aiuto agli anziani e ai disabili che possono in maniera più semplice spegnere o accendere luci; abbassare tapparelle; chiudere porte e spalancare finestre.
Ma non è finita. Ora all’istituto “Artom” stanno pensando alla realizzazione di una startup che consenta la realizzazione di sistemi domotici a costi più bassi di quelli di mercato. Ancora una volta la svolta potrebbe arrivare dal mondo della scuola: oggi, infatti, avere un’abitazione intelligente ha dei costi molto alti che non sempre tutti si possono permettere. L’idea degli studenti di Asti è quella di rendere accessibile l’innovazione nel campo edilizio. Alla scuola di via Romita c’è già chi giura che il team dei ragazzi che hanno lavorato alla casa riuscirà anche in quest’impresa. Sicuramente hanno tutto il sostegno necessario da parte dei professori e del dirigente Giorgio Marino che ha creduto nel progetto fin dall’inizio.