L’Ofcom, l’organismo che monitora il settore dei media nel Regno Unito, ha rilevato il sorpasso di internet sulla televisione: i bambini trascorrono molto più tempo connessi rispetto che davanti alla TV
Per la prima volta nella storia la televisione è stata battuta. Secondo l’Ofcom, l’organismo che monitora e regola il settore delle comunicazioni nel Regno Unito, il tempo che i bambini trascorrono su Internet ha sorpassato il numero di ore davanti alla TV. Secondo il report dell’Ofcom Children and Parents: Media Use and Attitudes, avrebbe raggiunto un livello record: i ragazzi tra i 5 e i 15 anni trascorrono circa 15 ore alla settimana connessi.
Meglio il web della TV
Anche i bambini di età prescolare (3-4 anni) preferiscono l’ipad alla TV, trascorrendo 8 ore e 18 minuti a settimana connessi: circa un’ora e mezza in più rispetto agli anni passati. Per effetto contrario, i ragazzi trascorrono molto meno tempo davanti al televisore: dalle quasi 15 ore settimanali siamo passati a 13 ore e mezza.
Youtube piace a tutti
Ma dove vanno i ragazzi online? La risposta è semplice: Youtube. Lo usano i 3 quarti degli under 15 (il 73%). La piattaforma di video sharing è popolare anche tra i piccolissimi: il 37% dei bambini fino ai 5 anni guarda regolarmente i video su Youtube, solitamente puntate di cartoni animati conosciuti in TV. La crescita costante della diffusione di internet e di Youtube tra i ragazzi, tuttavia, non ha spazzato via la televisione, che comunque continua a essere accesa soprattutto nell’orario “di punta”, cioè nel pomeriggio tra le ore 18 e le 21.
Sempre più tablet personali
L’abbassamento dei costi dei dispositivi digitali ha reso possibile una larga diffusione di device personali tra i più giovani: secondo i dati del report, circa un terzo dei bambini fino a 4 anni (34%) ha il suo tablet dove accedere a video e giochi. Il tablet è il dispositivo preferito nell’infanzia, mentre quando i ragazzi diventano adolescenti preferiscono gli smartphone. A un numero maggiore di ore trascorse online corrisponde un crescente disincanto nei confronti della pubblicità e un gradimento più alto dei “vlogger”.