Esperimento riuscito al liceo Keplero di Roma dove i ragazzi possono studiare la natura in modo diretto grazie al giardino realizzato sopra le classi
C’era una volta il tetto di una scuola. Non è l’inizio di una strampalata fiaba ma una storia vera. Quella del liceo “Keplero” di Roma che grazie alla lungimiranza e alla sana caparbietà del professor Roberto Casalini e alle competenze professionali di Harpo, società specializzata nella realizzazione di questi progetti, ha realizzato un giardino sopra le aule dei ragazzi. Un progetto che ha una doppia valenza, anzi tripla.
Una sperimentazione che può trasformarsi in una rivoluzione
La prima: trasformare un luogo anonimo in uno spazio ricco di significati, ambientali, naturali e di cittadinanza. La seconda: dare ai ragazzi l’opportunità di mettere le mani in ciò che imparano. La fisica, la chimica non sono più astratte ma prendono forma, vita. Infine questo progetto è una sperimentazione che potrebbe creare una piccola rivoluzione.
Divisi in gruppi, gli studenti, dopo una fase iniziale durante la quale sono state messe a dimora specie di sicura riuscita, si sono dedicati a sei specie della flora mediterranea per indagarne caratteristiche agronomiche, idrauliche e termiche grazie all’utilizzo di sensori che rilevano dati ogni dieci minuti.
Ogni lunedì i ragazzi controllano la fioritura di ciascuna pianta per valutarne le performance. I risultati di questa sperimentazioni potrebbero essere molto utili a comprendere le caratteristiche di piante che sono “strategiche” sui balconi delle nostre città.
Insegnare il rispetto per l’ambiente
Il tetto verde del “Klepero”, è stato pensato per educare i ragazzi al rispetto dell’ambiente, per fargli prendere confidenza con il ciclo di vita e delle piante, per affrontare temi universali come la tutela del territorio e delle acque, i cambiamenti climatici, la biodiversità. I fortunati studenti hanno potuto mettere a confronto la loro conoscenza con quella delle pagine dei libri, ma con il rapporto vivo e diretto con la terra.
Una mission condivisa dalla divisione verde pensile di Harpo, che ha deciso di investire sulla formazione dei ragazzi e su progetti a scopo didattico ed informativo. “Imparare ad avere cura della nostra terra – spiega Maurizio Crasso, direttore commerciale della divisione verde pensile di Harpo spa – per formare i cittadini del presente e del futuro è da sempre un interessa che lega a doppio filo la nostra azienda con la responsabilità di infondere l’idea che il benessere e la qualità della nostra stessa vita dipendono dal rapporto che ognuno di noi ha con la natura. Per questo abbiamo sposato il progetto consapevoli dell’importanza di trasmettere le conoscenze scientifiche alle nuove generazioni abituate all’interattività”.
Regista di tutto il progetto è il professore di chimica Roberto Casalini che abbiamo interpellato per conoscere passo dopo passo questo interessante esperimento.
L’intervista
Avevate un tetto come ogni scuola e avete pensato di trasformarlo. A chi è venuta in testa quest’idea?
Nel 2014 ho terminato un dottorato sui tetti verdi. Sono un docente e ho pensato di mettere a frutto questa forma di aggiornamento. Ho incontrato subito la disponibilità della mia dirigente e anche un supporto economico. Abbiamo installato questo tetto verde per dare un’impronta didattica a questo spazio e abbiamo pensato di installare dei cassoni per avviare una sperimentazione.
Come hanno risposto gli alunni?
I ragazzi sono entusiasti. Si tratta di un lavoro che di certo richiede grande passione e gli studenti dimostrano di averne a iosa.
Che devono fare nella pratica?
Il loro ruolo è fondamentale: si occupano di rilevare i dati, fotografare e interpretare graficamente la copertura vegetale, valutare mortalità e fioritura di ciascuna specie, ma anche comunicare, attraverso il blog, la pagina Facebook e il canale YouTube, il lavoro quotidiano e i risultati ottenuti. Una sperimentazione comporta problemi continui che a loro volta vanno risolti: ecco, credo che questo sia il più grande insegnamento didattico che il progetto possa fornire ai ragazzi.
Un insegnamento che va oltre la materia.
Parlare di ambiente con didattiche nuove, toccando i materiali vuol dire non soltanto salire in cattedra e dettare le regole da rispettare, ma far vivere ai ragazzi esperienze reali e sensoriali permettendogli di imparare non le leggi imposte dall’uomo, ma quelle dettate dalla natura.
Quali sono i risultati di questa sperimentazione?
Abbiamo una smisurata serie di dati che devono essere analizzati. Abbiamo valutato qual è stata nell’arco dell’anno la crescita e l’espansione delle piante di queste sei specie della flora mediterranea. Vogliamo trovare una pianta sostitutiva del sedum che ha una fioritura limitata e non permette di instaurare un ecosistema. Cerchiamo di ricreare un ambiente naturale sul tetto. Qualche risposta l’abbiamo in termini di assorbimento della quantità di acqua. Abbiamo valutato la fioritura e la temperatura.
Professore i tetti verdi possono essere un’opportunità?
Il grande giardino pensile costruito sul tetto fornisce grandi vantaggi ambientali e benefici economici: dalla regimazione delle acque meteoriche alla coibentazione, passando per il sequestro delle polveri sottili presenti nell’atmosfera. Inoltre, costituisce un’efficace barriera contro le onde acustiche e le radiazioni elettromagnetiche. Sembra una banalità ma l’acqua piovana anziché cadere a terra viene catturata dai giardini questo crea un beneficio anche per le strade della città. Qualche buca in meno e qualche semi asse delle macchine risparmiato. Negli Stati Uniti e in Canada queste cose le hanno già capite.