A Gualdo Tadino è partito il progetto “Piccoli programmatori” per insegnare i rudimenti dell’informatica ai bambini e combattere la marginalità dei piccoli centri
Spesso nascere e vivere in una zona marginale influisce sulla propria vita e sulla propria formazione. Crescere lontano dalle grandi città determina l’impossibilità ad usufruire alcune importanti opportunità. Un fatto a cui si vuole far fronte con il progetto sperimentale “Piccoli programmatori”, che mette insieme pubblico e privato con lo scopo di investire sulla formazione tecnologica 2.0 dei più piccoli. Nel cuore del cuore verde d’Italia, a Gualdo Tadino, in provincia di Perugia, è partita un’iniziativa che potrebbe fare scuola tra i centri più piccoli. La Farmacia Capeci e la Vendini Srl hanno offerto sette postazioni informatiche nella scuola elementare di San Pellegrino, una frazione del comune umbro, in cui qualche decina di bambini studia. Qui in 60 ore, due a settimana, i bambini dagli 8 ai 10 anni, riceveranno lezioni sui rudimenti dell’informatica.
“La programmazione informatica – si legge nel progetto – richiede conoscenza applicata in maniera logica e precisa. Una serie di istruzioni e comandi danno vita a software in grado di fare le cose più disparate, applicazioni in grado di migliorare la vita di tutti noi in una miriade di settori. Il bello del programmare è che chiunque, con un computer, può iniziare a scrivere programmi per gioco o per risolvere piccoli o grandi problemi di tutti i giorni. Lo scopo del nostro progetto – continua il dossier – è spiegare ai bambini la logica dietro agli strumenti che utilizzano tutti i giorni per renderli consapevoli, un passo alla vota, di come funzionano le cose dietro le quinte”.
Nelle due ore quindi stabilite per la lezione, una con un esperto della Vendini e l’altra con un docente in classe, saranno condotte quindi attività in un contesto ludico e divertente, per imparare giocando. L’idea guida del progetto è quella di educare i più giovani fin da subito ad apprendere i meccanismi dell’informatica, i linguaggi e la logica che c’è dietro e alla base di questa, affinché siano culturalmente preparati e pronti ad accogliere le opportunità che il futuro tecnologico porta con sé. L’informatica è infatti quella disciplina che rende possibile l’utilizzo della tecnologia di cui oggi tutti abbiamo bisogno e senza la quale non esisterebbe l’attuale società digitale.
L’informatica ha un grande valore anche nell’educazione. Favorisce infatti lo sviluppo delle capacità logiche e creative. Il progetto parla poi di una informatica costruttiva, che aiuta a padroneggiare al complessità e sviluppa un ragionamento accurato e preciso. Il tutto con l’obiettivo di creare una sinergia tra mondo scolastico e mondo esterno. “Il futuro – spiega Cesare Manfroni, patron della Farmacia Capeci e regista dell’evento – si giocherà sempre di più sulla qualità dei percorsi scolastici. E’ necessario ripartire con programmi formativi adeguati alla evoluzione in atto fin dai primi anni della scuola primaria, impegnando seriamente gli studenti, piccoli e grandi, nell’approfondimento di quelle materie che si ritiene siano determinanti per facilitare il loro inserimento ne mondo del lavoro; a cominciare dalle lingue e dalla informatica senza trascurare le materie tradizionali. Il sapere sarà sempre di più l’arma determinante per affrontare e vincere le sfide del futuro, in particolare in un mondo globalizzato ed estremamente competitivo”.