L’AGCN propone di utilizzare un hashtag identificativo davanti a post che pubblicizzano un brand. Non si tiene conto di tutti i ragazzi che provano questa strada per crearsi una carriera nel marketing e nella comunicazione. La terza puntata della rubrica di Paolo De Nadai su StartupItalia!
Da luglio l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCN) si è mossa per regolamentare le comunicazioni promozionali a mezzo influencer marketing sui social network.
I social network sono seguitissimi dai ragazzi fra i 14 e i 26 anni, esattamente come lo era la televisione negli anni ’90. È corretto che le autorità si interroghino su come rendere chiaro ai consumatori quale sia una comunicazione pubblicitaria e quale invece una comunicazione spontanea e dettata dall’esperienza personale. Ma i brand, ormai da tempo fanno parte della nostra quotidianità.
Che differenza c’è tra storytelling e pubblicità?
Sui social network si racconta la quotidianità o la quotidianità che si vorrebbe vivere. Qual è quindi la differenza fra lo storytelling e la pubblicità? E chi garantisce che un post retribuito faccia meno pubblicità di uno spontaneo?
Siamo davanti all’ennesima legge che blocca la crescita e la libertà d’impresa invece che aiutarla, con l’aggravante che colpisce proprio i più giovani, dove la disoccupazione è stabilmente sopra al 40% (dati Istat) che con l’avvento dei social network e del digitale stanno imparando e sperimentando nuove professioni e strade imprenditoriali.