…Ma solo in situazioni molto, molto gravi
Il fatto che nei giorni scorsi la ministra all’Istruzione Lucia Azzolina avesse lasciato intendere che, almeno per quest’anno, con le scuole chiuse da febbraio e costrette a continuare nelle forme della teledidattica, non ci sarebbero state bocciature ha fatto infuriare gli insegnanti e i presidi. Del resto, maestri e professori si sono subito armati di tablet, computer e un buon numero di file multimediali, spesso creati in proprio, nel tentativo di mantenere vivo l’interesse dei propri alunni anche in momenti così particolari. Interesse però che rischia di scemare nel momento in cui la promozione diventa politica e gli scrutini di fine anno una mera ratificazione di circolari ministeriali. Probabilmente anche per questo nel pomeriggio la titolare del dicastero dell’Istruzione è tornata sull’argomento specificando che in taluni casi (molto ristretti, parrebbe), sarà possibile negare il passaggio all’anno successivo.
Cosa ha detto Azzolina
Così la ministra Azzolina in audizione alla Camera: “Resta ferma la possibilità di non ammettere all’anno successivo studentesse e studenti con un quadro carente fin dal primo periodo scolastico”. Un chiarimento atteso dai professori, anche se pare preludere a casistiche assai ristrette, come del resto specifica subito dopo: “La valutazione avverrà sulla base di quanto effettivamente svolto, gli alunni potranno essere ammessi alla classe successiva anche in presenza di voti inferiori a 6 decimi, in una o più discipline. Ma non sarà ‘6 politico’. Le insufficienze compariranno nel documento di valutazione”.
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“Accogliendo gli appelli pervenuti, ho subito dato la mia disponibilità a concedere tutto il tempo che serve alle istituzioni scolastiche per svolgere tutto il procedimento dell’esame in assoluta serenità”, ha poi proseguito la Azzolina. “Voglio rassicurare i dirigenti scolastici preoccupati per le responsabilità che dovranno affrontare a settembre. Stiamo lavorando per far sì che non ricada tutto sulle vostre spalle. Ci saranno regole chiare, applicabili e anche flessibili rispetto alle caratteristiche di ciascun istituto. Grazie alla collaborazione con il Comitato tecnico scientifico del Ministero della salute, con le forze sociali, stiamo lavorando ad un apposito protocollo per il settore della scuola, anche con riferimento agli esami di maturità”.