Le corse di Super Mario a piedi o con i kart hanno segnato l’evoluzione di una delle aziende di videogame più importanti di sempre. Fino ad arrivare allo Switch di oggi
Il futuro della Nintendo è arrivato. Si chiama Switch e, fedele al suo nome, è una fusione tra le console che abbiamo a casa e un videogioco portatile. Un dispositivo capace di cambiare forma e modalità di gioco in maniera facile e veloce. Si può iniziare una partita sul divano di casa, interromperla e riprenderla magari in treno o in aereo. Il colosso giapponese, che ha guadagnato lo status di leggenda tra gli appassionati di videogame, cerca così di inventare un nuovo modo, più dinamico, di pensare al gioco. Di certo non una novità, per un’azienda che ha fatto dell’originalità uno dei suoi tratti distintivi. Lo dimostra la sua storia: ecco un rapido sguardo alle console del passato che hanno fatto la fortuna di questo gigante dei videogame.
Tra il 1977 e il 1980 esce sul mercato il Color TV Game. Il primo gioco, inserito nel sistema di default e costruito in collaborazione con Mitsubishi, è semplice ma molto divertente: si chiama “Pong” e diventerà famoso in tutto il mondo.
Il passo successivo è il Game & Watch, una linea di palmari dove si può giocare su un display LCD molto piccolo. Vengono realizzati sessanta diversi modelli in totale: ne vengono venduti 43 milioni tra il 1980 e il 1991.
Il successo della Nintendo continua con il lancio nel 1983 del Family Computer (o Famicom) in Giappone. Due anni più tardi viene rilasciata la versione americana, conosciuta in tutto il mondo come il Nintendo Entertainment System (NES). Questa invenzione rappresenta una vera e propria rivoluzione per l’industria del gioco, che ha dato il via a numerosi successi iconici e ha fatto di Nintendo un titano nel suo settore.
Nel 1989 l’azienda giapponese riesce a superare sé stessa. Sul mercato esce il Game Boy, dispositivo che avrebbe reinventato la linea di base per le console portatili. “Tetris” diventa un fenomeno di massa, battendo ogni record di vendita rispetto a qualsiasi dispositivo elettronico. Si parla di qualcosa come 120 milioni di unità durante il suo ciclo di vita.
Nel 1991 esplode il Super Nintendo, evoluzione del NES. Anche se non è un successo paragonabile a quello del suo predecessore, è ancora il più venduto dell’era “16 bit”, che ha portato un’ondata di computer più potenti e controllers più complicati. Ma la sua vera rivoluzione è legata alla produzione di una serie di giochi che avranno un successo mondiale, da “Super Mario World” a “Donkey Kong Country”, fino a “Final Fantasy VI”.
Nel 1995 il Virtual Boy è un tentativo di anticipare i tempi: il primo accenno alla realtà virtuale, ben prima della Oculus Rift. I giochi sono però limitati, la tecnologia ancora molto primitiva provoca la nausea e la produzione è interrotta meno di un anno dopo dal lancio.
Il Nintendo 64 arriva un anno più tardi. Ha un hardware potenziato (il “64” stava per il suo processore a 64-bit), molti giochi fantastici (“Ocarina of Time” “GoldenEye 007” “Mario Kart 64”) e un controller molto più complesso che non è mai stato duplicato. N64 aveva però un rivale decisamente più popolare: la PlayStation di Sony, uscita l’anno prima. Il confronto nelle classifiche di vendita è impietoso.
Il Game Boy Color è la novità del 1998, con migliorie dell’hardware rispetto all’originale.
Il primo vero aggiornamento alla serie Game Boy arriva nel 2001 con Game Boy Advance. Nintendo lo paragona ad un Super Nintendo tascabile ed ottiene un grande successo.
Il Nintendo GameCube esce alla fine del 2001 per battere la concorrenza di Sony (con PlayStation 2) e di Microsoft (con Xbox). Ma è un flop colossale.
Poco dopo, il colosso giapponese si rifà con il dual-screen Nintendo DS: 154 milioni di unità vendute tra il 2004 e il 2014, che lo rende il dispositivo più venduto nella storia della società – e un chiaro vincitore su PlayStation Portable di Sony.
I bei tempi continuano e nel 2006 esce Nintendo Wii. Invece di cercare di recuperare il ritardo tecnico con Sony e Microsoft, l’idea è quella di inventare una console la cui caratteristica distintiva è il controller senza fili, che reagisce alle direttive che il corpo umano gli dà. Ad oggi, Nintendo è ancora l’unica società a basare una console di gioco sui controlli di movimento. Wii ha sorpassato ampiamente nelle vendite sia la rivale di Microsoft che la PlayStation 3 di Sony, diventando così la console di settima generazione più venduta del mondo.
Lanciato nel 2011, il Nintendo 3DS non si allontana molto dai principi fondamentali del DS, ma aggiunge la possibilità di creare un effetto 3D senza dover portare occhiali specifici.
La Wii U è più debole rispetto alla PlayStation 4 e Xbox One e ha venduto solo 13 milioni di unità dal lancio nel 2012.
Il che ci porta allo Switch. A prima vista, sembra essere una continuazione delle idee della Wii U. Concettualmente, è completamente diverso da quello che Sony e Microsoft stanno cercando fare. Potrà Nintendo tornare nell’Olimpo dei videogame? Dovremo aspettare fino al prossimo marzo, prima di scoprirlo.