Attraverso un nuovo metodo i bambini dai 3 ai 13 anni imparano le lingue giocando e divertendosi
Imparare le lingue divertendosi: Labsitters è un nuovo metodo per lo studio dell’inglese che attraverso laboratori di scienze, cucina, arte e musica aiuta il bambino a imparare una nuova lingua senza sforzi.
«Labsitters nasce da un bisogno: in Italia purtroppo i bambini non sanno bene l’inglese, è un dato di fatto – spiega Giulia Fantacci, CEO e Founder di Labsitters startup che ha seguito il percorso di accelerazione Hubble in Nana Bianca –. Io sono per metà americana e da quasi 10 anni lavoro con i bimbi. Ho iniziato a sperimentare questo metodo: insegnare l’inglese focalizzandosi sulla conversazione e l’ascolto, due caratteristiche che purtroppo nella scuola italiana non vengono approfondite abbastanza. Ci si concentra di più sulla grammatica, sulla lettura di libri, ma la parte di conversazione e soprattutto di ascolto di una persona madrelingua non viene fatta».
Come funziona Labsitters
Labsitters si avvale di un team di insegnanti solo madrelingua. Vengono formati con un metodo specifico, entrano a far parte della community e quando arrivano le richieste vanno a fare visita ai loro giovani studenti. Le lezioni a domicilio, infatti, sono un’altra particolarità di Labsitters: «I genitori sono sempre in giro tra il traffico e tutte le attività dei propri figli. Questo è un modo per rispondere a uno dei bisogni dei genitori, avere insegnanti a domicilio per loro è comodissimo». La prenotazione avviene attraverso il sito web di Labsitters: il genitore può prenotare scegliendo giorno, ora, lingua e tema del laboratorio. Paga tutto online con carta di credito e nel giorno e ora stabiliti arriva l’insegnante con tutto il materiale per il laboratorio. Al momento Labsitters è in tre città italiane: Firenze, Milano e Pisa.
Il metodo
L’offerta formativa viene cambiata ogni mese. «C’è un tema diverso proprio per fare un percorso, perché Labsitters è un po’ un corso di lingua alternativo dove non usiamo la grammatica, ma ad esempio usiamo il laboratorio di cucina su come fare i pan cakes, oppure il laboratorio di scienze in cui i bambini giocano con l’esperimento del vulcano». Grazie ai laboratori vengono insegnati diversi vocaboli, che il bambino apprende divertendosi. «Con noi acquistano amore per l’inglese, perché viene insegnato in una maniera divertente» spiega Giulia. Grazie agli insegnanti madrelingua i bambini imparano ascoltando la giusta pronuncia. «Ormai sono quasi tre anni che abbiamo iniziato la nostra attività con Labsitters, i bambini che hanno cominciato all’inizio parlano quasi perfettamente l’inglese. Abbiamo visto risultati anche dopo appena un anno in quei bambini che hanno seguito Labsitters per due volte a settimana per più ore, perché cominciano a comprendere tutto quello che diciamo e a formulare delle frasi».
Non solo domicilio
Labsitters si appoggia anche a strutture esterne che ne richiedono il servizio, come ludoteche, ristoranti, alberghi. «Abbiamo una partnership con la catena Allegroitalia, abbiamo cominciato con un albergo di Pisa ma l’idea è di farlo in tutta Italia» spiega Giulia. Il metodo è sempre lo stesso e possono partecipare sia ospiti dell’albergo, sia bambini esterni, e organizzare una sorta di centro estivo nel weekend. La novità importante di quest’anno è un’altra partnership con Alpitour: da questa estate Labsitters sarà presente in 18 villaggi Bravo Club, brand specializzato per le famiglie in ogni parte del mondo. «All’interno del Mini Club porteremo la nostra esperienza e competenza. Abbiamo fatto un test quest’inverno in due villaggi: uno a Zanzibar e un altro in Egitto ed è stato un successo tanto che ci sono stati affidati 18 villaggi. Le famiglie potranno disporre sia del Mini Club tradizionale sia di Labsitters, quindi attività, laboratori, giochi gestiti da persone che noi abbiamo selezionato e formato» aggiunge Giulia Fantacci.
Guardando al futuro, Labsitters ha intenzione di continuare il lavoro sul B2B, quindi di trovare altre aziende interessate ai loro servizi. L’obiettivo è di ampliare il proprio raggio nell’ambito del turismo e, punto fondamentale, aprire sedi in altre città. «Al momento siamo solo in tre città italiane, ma l’idea è di aprire su Roma, Bologna, e una tra Torino o Padova. La vision è di espandere Labsitters a livello italiano e poi tra qualche anno di guardare al di fuori dell’Italia. Ma sempre uno step alla volta».