Un progetto del King’s College di Londra ha trasformato i musei locali in spazi scolastici. Obiettivo: stimolare la creatività e collegamenti interdisciplinari
Fare lezione al museo: tre scuole inglesi ci stanno provando, ed hanno deciso di spostare l’attività didattica dalla classe agli ambienti museali. Anche se in apparenza potrebbe risultare più un incubo logistico che un’esperienza innovativa, il nuovo progetto del King’s College “My primary school is at the museum” sta coinvolgendo tre classi – due elementari e una della scuola d’infanzia, dalle contee di Tyne & Wear, Swansea e Liverpool – e il museo. L’operazione è tutt’altro che semplice, precisa Katherine Bond, direttrice dell’Istituto di cultura del King’s College: “C’è una lunga tradizione scolastica che vede nel museo un luogo usuale per la gita scolastica. Ma nessuno ha mai pensato potesse essere trasformato in un luogo in cui svolgere l’intera giornata scolastica”.
I tre esperimenti pilota continueranno per un periodo di tempo limitato, il cui obiettivo è testare gli effettivi vantaggi di questa soluzione. Una partnership che potrebbe risolvere, almeno in parte, i problemi di finanziamento che affliggono i settori museale e scolastico. Non solo: la nuova location potrebbe offrire agli studenti e al pubblico interessanti spunti e nuovi collegamenti interdisciplinari. I piccoli saranno accompagnati nei musei delle loro città: i bambini della scuola d’infanzia del Kensington Children’s Centre andranno alla Tate Liverpool, gli studenti della Hadrian Primary School in South Shields studieranno nel forte romano di Arbeia, mentre un gruppo della scuola elementare della St Thomas farà lezione nel National Waterfront Museum di Swansea.
Stephanie Christie, insegnante di quinta elementare a South Shields, sta partecipando con la propria classe all’esperimento, e conduce le lezioni nel museo locale di South Tyneside, dal mese di gennaio. “Gli alunni si stanno adattando al contesto e sembrano essere più creativi”, commenta Christie, “io ho ovviamente adattato il mio stile di insegnamento in base all’ambiente e alle risorse a disposizione. A mia volta, grazie all’esperimento, sento di aver sviluppato una maggiore inventiva e capacità di adattamento”. Secondo l’insegnante, avere la possibilità di lavorare a contatto con il personale del museo è stato un netto vantaggio, che ha permesso di creare più agevolmente collegamenti trasversali e interdisciplinari.
Mentre alcuni di questi vantaggi avrebbero potuto essere conseguiti anche grazie a visite periodiche ai musei, une presenza costante in questo tipo di ambiente amplia il ventaglio degli obiettivi raggiungibili. “Le insegnanti riportano un arricchimento nel lessico dei propri studenti e un deciso rafforzamento delle abilità sociali e di interazione, vantaggio derivante dal fatto che i bambini svolgono la lezione in un luogo pubblico e non più nell’ambiente tradizionale della scuola. Di solito non lavoriamo con bambini così piccoli, ma sono vere spugne, in grado di apprendere a una velocità incredibile.”, commenta Bond. Il progetto è stato ideato dall’architetto Wendy James e sviluppato con il supporto dell’Istituto di cultura del King’s college. I risultati di questo primo progetto pilota saranno pubblicati nell’autunno 2016.