Una sfida tra progetti e buone idee per una corretta comunicazione medico-scientifica. TAG Calabiana ospita la due giorni su vaccini e informazione. Abbiamo intervistato Mario Merlo, general manager di Sanofi Pasteur
“Oggi i vaccini sono vittime del loro stesso successo. Ma è necessario promuovere occasioni di confronto su come comunicare al meglio il loro valore. Perché la strada da percorrere deve necessariamente passare attraverso un dialogo aperto e su diversi canali con l’opinione pubblica al fianco di istituzioni e società scientifiche. Solo così possiamo promuovere la cultura della prevenzione e il suo valore per la persona e per la sanità pubblica”. Così Mario Merlo, General Manager di Sanofi Pasteur, divisione vaccini di Sanofi, colosso francese del settore farmaceutico presente in Italia con quattro siti produttivi.
Per promuovere una corretta comunicazione sui vaccini col suo team ha deciso di lanciare #PerchéSì, il primo contest italiano dedicato alle migliori campagne di comunicazione sul valore della vaccinazione. E il digitale è entrato subito in gioco, perché i progetti candidati – oltre 60 distribuiti in ogni angolo d’Italia – raccontano una modalità di narrazione oggi necessariamente informativa, divulgativa, scientifica ma anche social, efficace, immediata.
Non solo contest. Perché al Talent Garden Calabiana di Milano si sta svolgendo anche un hackathon, il primo in Italia sulla comunicazione nei vaccini. I dieci finalisti della sanità pubblica si sono uniti a ventotto studenti provenienti da percorsi di comunicazione medico-scientifica, pronti a raccontare le loro idee per aggiornare e rendere più efficace il messaggio informativo sull’importanza dei vaccini per la salute della nostra società. Poi oggi, giovedì 21 giugno, nella stessa location verranno annunciati i vincitori di hackaton e contest.
La giuria che dovrà affrontare l’arduo compito di valutare i 10 progetti finalisti sarà composta da: Paolo Bonanni, Simona Maschi, Barbara Sgarzi, Letizia Gabaglio, Tommasa Maio, Giampietro Chiamenti, Rocco Russo e Antonio Ferro.
L’intervista
Mario Merlo, general manager di Sanofi Pasteur, come mai #PerchéSì parte proprio quest’anno?
“Perché il 2017 è stato il primo anno di Sanofi Pasteur in Italia, di questa divisione dell’azienda specificatamente rivolta al tema dei vaccini. E quindi, dato anche il particolare momento, abbiamo pensato fosse necessario promuovere un progetto che fosse al fianco degli operatori sanitari, della sanità pubblica, ma anche delle persone”.
Cosa vi aspettate dai progetti che verranno proposti?
“Buone idee per una buona comunicazione sui vaccini. E, soprattutto, per una comunicazione corretta dal punto di vista medico-scientifico. Un dato che va ricordato su #PerchéSì è l’adesione di 54 progetti che sono già oggi delle realtà concrete. Il nostro obiettivo è quello dipromuoverli e renderli sempre più virali, ma per farlo ci servono anche dei validi spunti in campo comunicativo, social e non. Così che alla fine sul web a prevalere siano i messaggi scientificamente corretti che riconoscono l’importante ruolo ricoperto dai vaccini”.
Mario Merlo, general manager di Sanofi Pasteur
Un tema forte, anche perché in Italia il fronte antivaccini si è rinforzato proprio grazie alla comunicazione sui social.
“Il fatto è che oggi i vaccini sono vittime del loro stesso successo. Molte patologie, pensiamo alla poliomielite, non si incontrano più proprio grazie all’azione svolta dai vaccini. Ma basta tornare indietro di qualche generazione perché il ricordo sia ancora molto vivo. Oggi alcune malattie non ci fanno più paura e allora sottovalutiamo i sacrifici sopportati e i traguardi che abbiamo faticato a raggiungere”.
Qual è l’elemento distintivo di questa vostra iniziativa?
“Aver messo in rete le buone campagne di comunicazione già in essere in ambito vaccinale. Ce ne sono molte e in tutta Italia. Il progetto #PerchéSì sta di fatto favorendo la contaminazione tra idee e diversi approcci comunicativi. Vedere oggi i professionisti della sanità pubblica lavorare fianco a fianco con i giovani comunicatori del domani è stata una esperienza straordinaria”.
Parliamo dello sviluppo futuro di #PerchéSì. Quali saranno le prossime tappe?
“I 54 progetti che hanno partecipato sono una risorsa importante che merita di essere valorizzata. E noi lo faremo raccogliendo le loro storie e le loro idee in un e-book che ne promuova la diffusione. Lo stesso va fatto per le idee che proporranno i giovani comunicatori durante l’hackathon e che possono contaminare positivamente gli operatori sanitari. Non conta solo la validità del messaggio, ma anche come viene trasmesso e personalizzato a seconda del suo contenitore. Soprattutto nella dimensione digitale”.
Ti chiederei, allora, se c’è qualche idea che ti ha colpito in modo particolare, perché innovativa o stimolante?
“L’intervento di una startup esterna al progetto. Uno speech molto bello e inspiring su come cambiando il modo di comunicare un messaggio si possa creare anche un gioco educativo. Andare dal dentista per una normale visita di controllo, come è successo da bambini a molti di noi. E dover affrontare il timore di quell’uomo col camice, qualcosa che si può fare solo possedendo dei superpoteri, gli stessi dei supereroi. È la dimostrazione che cambiando il contesto si può raggiungere una forte complicità”.