L’idea di una scuola danese per supplire alla mancanza di empatia delle lezioni via web
È vero, senza la tecnologia sarebbe andata molto peggio. Ma perché la didattica online sopravviva alla pandemia e diventi un’opzione vera anche nel post Covid servono novità. Lezioni preparate ad hoc, innanzitutto, empatia, e persino colazioni al pc. Se ne è parlato nel corso di un panel organizzato da Microsoft all’interno di Bettfest2021, evento internazionale dedicato al tema.
Nonostante le migliori università del mondo offrano da tempo i propri corsi online, in primavera erano davvero pochi a crederci davvero. La pandemia ha mutato scenario per tutti. Chi non ha potuto raggiungere le aule a causa del coronavirus si è trovato a far lezione da casa, assieme ai fratelli e ai genitori collegati in rete con le proprie aziende. Una soluzione ponte per salvare il salvabile, in un anno sciagurato per l’istruzione. Qualcuno è rimasto scettico, altri hanno guardato con favore all’accelerazione. Quasi nessuno era pronto.
Studiare online è difficile se manca un progetto
Ma, un anno dopo, anche i più ottimisti cominciano ad arrancare. Studiare online non è facile se manca un progetto: esattamente come il telelavoro, che non diventa smart working in assenza di un disegno, di una strategia capace di integrare le tessere, e ricomporre il mosaico.
“Moltissimi bambini non hanno accesso a un’istruzione online di alto livello” ammette Robert Jenkins, Global Chief of Education per Unicef, aprendo il convegno. Lo streaming video richiede connessioni veloci e non ci sono pc e tablet per tutti. Anche in Italia. Un rapporto Istat ha evidenziato che il 12% degli alunni non dispone di un dispositivo: un dato che aumenta fino al 20%, scendendo verso il Meridione.
Va meglio sul piano software. In rete sono apparsi strumenti e tutorial, in buona parte gratuiti, per aiutare i ragazzi nell’utilizzo della tecnologia. E anche per i docenti che vogliono arricchire le proprie competenze con tutte le declinazioni, e sono veramente molte, del digitale, sono disponibili guide che affrontano gli argomenti in maniera comprensibile anche a un pubblico di novizi della tecnologia. Dai tool di collaborazione a quelli per disegnare schemi e semplici infografiche agli spunti pronti per lezioni sempre più interattive. Per loro, Microsoft ha inaugurato mercoledì Didattica in Atto, un hub dove trovare tutto il materiale prodotto dall’azienda. Suggerimenti e pillole pensati per facilitare la transizione digitale a studenti e docenti.
E poi, certo, mancano l’empatia, il contatto umano. Soluzioni? Largo alla creatività. Come quella di Christoffer L. Dithmer, insegnante e project manager danese. Che con i suoi alunni fa colazione tutte le mattine. “Arriviamo nella classe virtuale mezz’ora prima delle lezioni, apparecchiamo e mangiamo tutti assieme” racconta. Ma nella scuola nordica si organizzano anche corsi di crossfit, e c’è persino uno spazio – oggi si direbbe uno slot – per ascoltare musica in gruppo. Un modello replicabile?