Round&Round ha lanciato il sito «The Great Trump Escape» per reclutare creativi di lingua inglese, ma soprattutto per attirare in Svezia i delusi dall’elezione di The Donald. Anche il Canada sembra essere meta ambita per chi pensa di non sopportare la nuova presidenza
L’antidoto alla promessa «Make America Great Again», che ora è diventato un sito, potrebbe essere «The Great Escape». In altre parole, per tutti quelli che negli Stati Uniti credono di non poter sopportare i prossimi quattro anni di presidenza Trump non rimane che andar via. E dalla Svezia arriva già una possibile via di fuga. La proposta è di Round&Round, un’agenzia pubblicitaria che ha raccolto una serie di opportunità di lavoro per i possibili fuggiaschi trumpiani. Lo slogan è «Tu stai cercando una nuova nazione, noi stiamo cercando un nuovo talento». L’agenzia ha creato un sito, «The Great Trump Escape», attivo già prima di sapere che il risultato delle urne sarebbe stato a favore del magnate americano. E su quella pagina web ha dato il via a un’accattivante campagna di reclutamento che è anche un po’ una provocazione alla disillusione americana.
Un americano su quattro vorrebbe lasciare gli Usa
L’idea è stata ispirata da un sondaggio che risale addirittura a marzo di quest’anno: un americano su quattro aveva dichiarato di voler lasciare il suo Paese se avesse vinto Donald Trump. Una percentuale non trascurabile secondo l’agenzia pubblicitaria che ha scelto di usare proprio questo dato per rendere più efficace la sua richiesta di creativi madrelingua inglese. Per candidarsi alle posizioni aperte basta caricare sul portale un portfolio con una raccolta dei propri lavori. Un’unica condizione vigeva fino a ieri: i candidati non sarebbero stati considerati se dalle urne fosse uscita vincitrice Hillary Clinton.
Le domande fino a ieri avevano superato quota 250.
Round&Round ne ha approfittato anche per fare un po’ di pubblicità al Paese scandinavo, cercando di attirare un’immigrazione piuttosto insolita. «Siamo conosciuti per i nostri lunghi congedi parentali – 480 giorni -, cinque settimane di vacanza e una buona assistenza sanitaria», si legge sul sito. E soprattutto viene sottolineata la vocazione svedese all’accoglienza che ne ha fatto negli anni una delle mete più ambite dei migranti: «Qui ci sono molte cose belle che sono state determinate dalle persone che sono immigrate da altri Paesi e altre culture». Ovviamente sul sito di reclutamento dei delusi da Trump trova spazio anche un po’ di autopromozione dell’agenzia che ha fatto dell’approccio circolare per non mettere nessuno in un angolo la sua stella polare.
Il talento americano che serve alla Svezia
Il co-founder di Round&Round, Andreas Ullenius, ha detto a Fast Company: «Abbiamo ricevuto molte email gentili, tristi e personali da molte persone di talento, putroppo». Il tono delle sue parole tradisce la speranza che il sito risultasse inutile all’indomani delle elezioni. La richiesta di creativi rimane comunque autentica: «MI dispiace. Non voglio giudicare o fare la paternale, ma è un giorno triste. Non perché io creda che gli americani non lo possano gestire, gli Stati Uniti sono una grande nazione con o senza The Donald. Ma mi rende così triste il fatto che persone come lui, con le sue idee, la sua retorica e il suo atteggiamento odioso possano arrivare ad essere i più potenti al mondo», spiega.
La via di fuga cercata anche in Canada
La meta Svezia non sembra comunque l’unica possibile ora che l’inquilino della Casa Bianca si chiama Trump. Secondo i dati diffusi da Google, mano a mano che nella notte dello spoglio cresceva la possibilità che The Donald vincesse le elezioni, le ricerche con le parole chiave «spostarsi in Canada» crescevano, soprattutto quando la battaglia tra i due candidati ha riguardato la conquista di Florida e Ohio.
Il vicino del nord è stato subito individuato dagli scontenti americani come una possibile alternativa al nuovo corso politico nel loro Paese, tanto da portare al blocco il principale sito dedicato all’immigrazione in Canada. A chiunque si collegasse nella notte tra l’8 e il 9 novembre a un certo punto veniva fuori un messaggio di errore: «This page isn’t working».
Su Twitter i cittadini canadesi si sono lasciati andare a commenti più o meno ironici del tipo «Non ho una battuta da fare, sono solo contento di essere canadese», oppure a dichiarazioni di accoglienza «Il Canada è il secondo Paese più grande al mondo e abbiamo un decimo della popolazione americana. Abbiamo spazio». L’interesse statunitense a spostarsi verso Nord non è comunque una cosa degli ultimi giorni, ma ha accompagnato tutta la campagna elettorale. Lo conferma alla Cbc l’avvocato Heather Segal. La richiesta di informazioni era stata registrata anche con l’elezione di George W. Bush. Questa volta, però, sembra che molti americani vogliano trasferirsi sul serio. Già a febbraio l’isola di Cape Breton, sulla costa atlantica del Canada, si era presentata come un tranquillo rifugio per gli americani in fuga da Trump. Un po’ di marketing turistico che sfrutta i risvolti inattesi della storia.