Firme dal futuro

Firme dal futuro, gli autori e le rubriche più seguite del magazine di StartupItalia.
Altro dal futuro
2100, i vecchi schermi sono tutti spenti. I contenuti non si cercano più: ti trovano. E YouTube? Pensano sia una bevanda
La generazione invisibile è cresciuta senza piattaforme, senza finestre luminose, senza tap o swipe. L’informazione non si guarda. Si abita. Nuove pagine di un diario che ci arriva direttamente dal futuro, da quel 2100 abitato da Fabio Lalli
Filiberto Sola, una laurea in giurisprudenza all’università di Torino in tasca e un destino già scritto: lavorare nell’azienda di famiglia e occuparsi di automazione industriale. In parte lo ha fatto, partendo come stagista, ma poi ha deciso di deviare. «Volevo fare qualcosa di mio». Crea così un dispenser per acqua personalizzata da installare negli uffici: «Se ho bisogno di concentrazione aggiungo sali minerali. Un po’ di sostegno? Meglio la Vitamina C». La nuova storia per Venti di futuro
L’Italia sta pensando di riaccendere le proprie centrali nucleari e, nel frattempo, ha acceso il dibattito su questa fonte di energia che da sempre calamita pareri contrastanti, dubbi e paure. Incalzano però anche altre necessità come dover ridurre i costi dell’energia ed essere indipendenti da Paesi terzi. Di tutto questo discutono il fisico Antonio Ereditato, Research Professor all’Università di Chicago e il collega Stefano Buono, fondatore della startup Newcleo, anticipando per la rubrica Futuro da sfogliare alcuni dei temi del loro libro “Il nuovo nucleare” edito da Egea
Le big tech monopolizzeranno la filiera dell’AI? Chatgpt agent sarà in grado di svolgere compiti al posto nostro?
Notizie dal futuro, la rubrica di Paola Pisano, professore associato di Economia e Gestione delle Imprese all’Università di Torino e già Ministro dell’innovazione tecnologica e della digitalizzazione. Un viaggio attorno al mondo su tecnologia, intelligenza artificiale ed ecosistemi hi-tech
2100, tra Intelligenze artificiali e robot non c’è più chi ha più bisogno di lavorare per avere, ma per essere
Nuova cartolina dal futuro, che in realtà per lui è il presente: ce la manda ancora una volta Fabio Lalli per informarci che nel 2100 l’umanità non ha del tutto ha smesso di lavorare. Ha solo smesso di farlo per vivere. Tra settantacinque anni il tempo non è più merce di scambio. È materia prima. E il lavoro diventa un modo per avere voce, non per avere valore
Il mondo attraversa una profonda trasformazione, un’era di crisi che segna il tramonto dell’ordine mondiale liberale, un interregno dove il vecchio muore e il nuovo non sembra poter nascere. Non mancano però le opportunità come ci spiega la storica ed economista Adriana Castagnoli anticipando per la nostra rubrica Futuro da sfogliare alcuni dei temi trattati nel suo ultimo libro “Dominio”, edito da Il Sole 24 Ore
Che si tratti di collaborazioni con content creator, vendor, affiliate partner o sviluppatori di soluzioni integrate, il revenue sharing rappresenta una modalità flessibile e scalabile per crescere, riducendo l’esposizione finanziaria iniziale. Ma come attuarlo al meglio? Le domande degli startupper, le risposte dell’avvocato
Non c’è Big Tech statunitense che non abbia abbracciato il pensiero di Trump, come dimostra la recente intervista a Peter Thiel del New York Times. La commenta un italiano di frontiera del calibro di Leandro Agrò, pioniere di IoT e Design Thinking, consulente ed executive fra Italia e Bay Area di numerose aziende che ben conosce quelle latitudini oggi in fermento politico. «Personaggi come Musk e altri Ceo sulla cresta dell’onda incarnano un tipo di leadership che turba ma raggiunge l’obiettivo»
Gli Agenti intelligenti hanno ancora bisogno della supervisione umana? L’AI ruba il lavoro ai neolaureati?
Notizie dal futuro, la rubrica di Paola Pisano, professore associato di Economia e Gestione delle Imprese all’Università di Torino e già Ministro dell’innovazione tecnologica e della digitalizzazione. Un viaggio attorno al mondo su tecnologia, intelligenza artificiale ed ecosistemi hi-tech
Una ricerca ha mostrato come su oltre 2.000 parole pronunciate in un anno da tre grandi marchi in merito alle loro trasgressioni e ai loro errori la parola “scusa” non sia apparsa neanche una volta. Se in una era pre-social gli scivoloni nella comunicazione rimanevano circoscritti geograficamente e potevano essere nascosti all’opinione pubblica, oggi una singola lamentela può diventare virale e influire sulla percezione di milioni di clienti creando danni enormi. La nuova puntata di A lezione di fallimento di Francesca Corrado
Come salvarsi dallo tsunami di AI super efficienti che sta stravolgendo il concetto stesso di lavoro?
Miliardi di intelligenze artificiali capaci di fare pezzi sempre più grandi di ogni lavoro arrivano in massa rischiando di buttare fuori dal mercato la maggior parte dei lavoratori. Cosa fare per non essere travolti? L’analisi di Matteo Flora nella nuova puntata della rubrica Tech Policy
Le relazioni internazionali diventano sempre più complesse e agli imprenditori è perciò richiesto di percepire e interpretare segnali estranei al contesto delle loro imprese, della loro formazione e ai sensi che di norma si esercitano a mantenere allenati. Va in loro soccorso il libro “Geopolitica per le imprese”, edito da Egea, di Marco Valigi, politologo, insegnante all’ESCP Business School e all’Università Cattolica del Sacro Cuore e collaboratore dell’ISPI. Un estratto per la rubrica Futuro da sfogliare
Musk ha rotto la sua AI? Perché Grok bestemmia e inneggia al nazismo, spiegato facile
La chiacchieratissima Intelligenza artificiale dell’uomo più ricco del mondo nelle ultime ore ha sfoderato linguaggi scurrili e si è lasciata andare ad apologie degne della peggiore osteria. Ecco cosa succede quando cambi (male) una sola istruzione e lasci che l’algoritmo tocchi il fondo. L’analisi di Matteo Flora nella nuova puntata della rubrica Tech Policy
In che modo Google vuole simulare il cervello umano? Amazon sostituirà i dipendenti con i robot?
Notizie dal futuro, la rubrica di Paola Pisano, professore associato di Economia e Gestione delle Imprese all’Università di Torino e già Ministro dell’innovazione tecnologica e della digitalizzazione. Un viaggio attorno al mondo su tecnologia, intelligenza artificiale ed ecosistemi hi-tech
È sempre tutta colpa dell’Intelligenza artificiale o c’è di mezzo anche la nostra pigrizia umana?
Oggi possiamo scaricare un modello AI sul nostro pc e fargli scrivere codice, testi, perfino deepfake incredibili e non servono quasi più sviluppatori con anni di formazione alle spalle. È sempre colpa della tecnologia? O forse è colpa nostra se stiamo disimparando a fare fatica e non vogliamo nemmeno più accorgercene? L’analisi di Matteo Flora nella nuova puntata della rubrica Tech Policy