Sono 68 quelli che l’amministrazione comunale di Roma ha per ora installato in vari punti della città: si possono trovare al Testaccio, a Trastevere, a San Giovanni, vicino alla metro Spagna, a piazza San Silvestro, e vicino alla piazza della Trinità dei Monti. Alcuni esemplari sono stati poi posizionati tra piazzale dei Caduti della Montagnola e viale Pico della Mirandola. Stiamo parlando dei nuovi cestini smart in funzione nella Capitale.
Roma, perché servono i cestini smart?
Il sindaco Roberto Gualtieri – tra gli amministratori pubblici più attivo sui social – ha dedicato un video a questa iniziativa in cui viene presentata la tecnologia alla base dei cestini smart. Da fuori sembrano normali cestoni, ma grazie ai sensori interni sono in grado di avvisare gli operatori nel momento in cui hanno raggiunto l’80% della capienza e dunque sono quasi pronti per essere svuotati.
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La modalità di controllo attraverso sensori aiuta gli operatori nel momento in cui evita viaggi a vuoto, e ottimizza così gli spostamenti per intervenire là dove ci sono le situazioni più critiche. Un altro aspetto che differenzia questi cestini è che sono auto-compattanti: riescono a ridurre il volume dei rifiuti fino a sette volte. Come ha spiegato il sindaco Gualtieri la stima è che uno solo di questi contenitori riesca a sostituirne sei non smart.
Per alimentarsi i cestini smart di Roma montano sulla parte superiore piccoli pannelli solari. Sui social intanto qualcuno ha già fatto notare che non sarebbero una novità, dal momento che il Comune li ha già presentati e installati nel 2023. Il tema dei rifiuti a Roma è delicato: dopo la chiusura della discarica di Malagrotta nel 2013, la Capitale è andata spesso in affanno per capire dove indirizzare la spazzatura prodotta ogni giorno (5mila tonnellate) da milioni di cittadini e turisti. C’è infine il nodo dell’efficienza dell’AMA, la municipalizzata che si occupa dei rifiuti.