Dopo una disputa durata più di 50 anni, il Regno Unito restituirà le isole Chagos, un arcipelago situato nell’Oceano Indiano, allo stato insulare dell’Africa sudorientale di Mauritius. Un accordo tra il governo del Regno Unito e quello di Mauritius potrebbe, infatti, consentire il reinsediamento di migliaia di chagossiani esiliati. Ma che cosa ne pensano queste popolazioni che sono rimaste esiliate per anni fuori dalle proprie terre?
Che succederà alle isole Chagos?
Con un accordo siglato tra i governi del Regno Unito e di Mauritius, è stato annunciato che la piena sovranità delle Chagos, un remoto gruppo di oltre 60 isole, tornerà ad appartenere a Mauritius in cambio della garanzia che una base militare statunitense potrà continuare a operare lì per i prossimi 99 anni. Un annuncio che ha suscitato sentimenti contrastanti tra i Chagossiani che furono esiliati dall’arcipelago a Mauritius, alle Seychelles e nel Regno Unito negli anni ’60 e ’70 e che per anni hanno lottato per tornare nella loro terra natale senza alcun esito positivo.
Che cosa era successo ai chagossiani?
Mentre molti riconoscono che si tratta di un passo fondamentale verso l’affermazione dei loro stessi diritti, alcuni sottolineano anche che non sono stati inclusi nei negoziati tra i due governi. D’ora in poi, Mauritius controllerà le Chagos, subentrando alla sovranità del suo precedente sovrano coloniale, il Regno Unito, dal 1815 al 1968. Tra il 1965 e il 1973, U.K. esiliò tutti i chagossiani che vivevano sulle varie isole dal XVIII secolo a Mauritius, alle Seychelles e in U.K. dopo che a molti fu concessa la cittadinanza britannica nel 2002. Oggi i chagossiani, che nel Regno Unito sono circa 3.000, vivono principalmente a Crawley, West Sussex, vicino all’aeroporto di Gatwick, e prendono regolarmente parte a “visite di eredità” agli atolli.
Che cosa scrivono i chagossiani sui social?
Alcuni chagossiani contestano da tempo la sovranità di Mauritius sull’isola e stanno facendo una campagna per un referendum che porterà alla loro autodeterminazione come popolo indigeno e affidano ai social le proprie opinioni, come Chagossian Voices, un gruppo con sede nel Regno Unito che si batte per i diritti dei chagossiani, che su X ha affermato che molti nella loro comunità avevano appreso la notizia solo attraverso i media, come tutti gli altri.
«Questo riconoscimento è atteso da tempo, soprattutto per la comunità chagossiana», ha scritto giovedì Marie Isabelle Charlot, un’attivista per i diritti dei chagossiani con sede nel Regno Unito, su LinkedIn.
«Oggi, ad alcuni di noi viene ancora detto di tornare a Mauritius, ci vengono persino offerti biglietti aerei di ritorno, perché siamo orientati alla famiglia e non vogliamo lasciare indietro i nostri figli o il nostro partner. Questa dolorosa realtà ci ricorda dove apparteniamo veramente», ha scritto l’attivista. Ora, scrive Charlot, con il nuovo accordo, è essenziale una vera azione per supportare le comunità all’estero. «È tempo che [il Regno Unito] vada oltre le parole», ha aggiunto.