La pratica di Ogyre, piattaforma italiana che ha il suo core business nel “fishing for litter”
Con tutta la sporcizia che galleggia in mare si potrebbero riempiere interi armadi. E infatti una startup ha deciso di cogliere la sfida e avviare una buona pratica per pescare il più possibile e riutilizzare gli scarti dispersi da incivili in acqua. Tra le tante cose Ogyre realizza anche costumi da bagno per uomini e donne, dai pantaloncini ai bikini. La piattaforma italiana ha infatti il suo core business nel “fishing for litter”, ovvero un modello che punta a ripulire i mari dalla plastica con l’aiuto dei pescatori – regolarmente remunerati e sollevati dagli oneri di conferimento dei rifiuti causati da un buco normativo – grazie ai quali vengono pescati i rifiuti. A quel punto vengono stoccati per essere riciclati e trasformati in nuovo materiale.
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Bikini: il nodo tra moda e ambiente
In fatto di economia circolare le aziende e le startup italiane hanno molto da insegnare. In questa particolare voce della transizione ecologica il nostro modello è tra i migliori a livello europeo. Per quanto riguarda il bikini in plastica riciclata, quello di Ogyre non è il primo esempio sul mercato: i competitor in questo campo della moda sostenibile sono in crescita a dimostrazione di una crescente sensibilità da parte dei consumatori verso prodotti green. In altre parole: se maltratti l’ambiente scordati di essere alla moda.
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Oltre all’utilizzo dei rifiuti in un’ottica di economia circolare, il mondo della moda si sta aprendo anche al cosiddetto second hand market. Invece di sprecare vestiti in quantità, la sharing economy offre nuove vie di business, dando una seconda vita a capi di abbigliamento che altrimenti verrebbero buttati.