«Quella premura che mostra il politicamente corretto finisce col discriminare. Servirebbero più persone che dicano la loro sulla disabilità, anche sbagliando. Solo così si fanno emergere i temi che altrimenti non vengono mai trattati, magari per paura di ferire». Emanuel Cosmin Stoica, alias il King della 104, è già stato ospite sul nostro magazine, oltre che a SIOS Winter 2023 in Borsa a Milano.
Siamo tornati da lui anche per raccoglierne la testimonianza, in un periodo in cui la disabilità è divenuta purtroppo argomento di scontro politico, a seguito dell’intervista del candidato alle Europee per la Lega Roberto Vannacci in cui ha espresso la propria posizione sulle classi separate. «Anziché approfondire, tutti si sono scagliati contro una persona che non può decidere nulla al momento. Purtroppo esistono disabilità incompatibili con la classica lezione e per queste persone oggi non è prevista alcuna attenzione. Senza sostegno quello studente rimane escluso».
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La storia di Emanuel Cosmin Stoica
Nato in Romania nel 1999, Emanuel si è trasferito insieme alla mamma a Torino quando aveva 3 anni. Convivendo con la atrofia muscolare spinale di tipo 2, la famiglia ha scelto di emigrare per ottenere maggiori cure. «All’epoca nei Paesi dell’est c’era minor conoscenza a riguardo e si consigliavano gli spostamenti verso realtà come l’Italia». Nel corso della sua vita scolastica non si è quasi mai confrontato con spiacevoli episodi di discriminazione, o bullismo. «Ricordo soltanto un episodio, che mi ha spinto a cambiare istituto superiore: gli assistenti scolastici che dovevano aiutarmi mi facevano sentire come un peso. Parliamo di operazioni che richiedono pochi minuti e per le quali ricevevano un aumento in busta paga…».
@emanuelcosminstoica Al Disability Pride c'erano pure le associazioni arcobaleno, Coincidenze? #1r0ni4 #Disabilità #lazanzara #Vannacci #EmanuelCosminStoica #lgbt ♬ suono originale – Emanuel Cosmin Stoica
Iscrittosi a giurisprudenza nel 2018, si è laureato nel 2023 con una tesi sulla giustizia costituzionale incentrata sull’ammissibilità del referendum abrogativo. Ma nel frattempo si era già inserito nel mondo social. «Nel 2017 ho cominciato a lavorare come social media manager per un consigliere comunale a Torino. Ma non ci mettevo ancora la faccia». Sono stati anni di esperienza e di prime consulenze, soprattutto in materia di disabilità e di come dovrebbe essere comunicata.
Da Ceo dell’INPS a King della 104
Da lì è emersa la voglia di lanciare un progetto, sotto forma di pagina social. EduCivica è ancora attiva come associazione. «Facevo le dirette, iniziavo a espormi. Fino al 2021, quando ho deciso di comunicare me stesso, senza una particolare strategia. TikTok mi sembrava il social col quale avrei raggiunto più pubblico». Dall’approccio schietto e spiazzante, il King della 104 ha un target preciso. «Sono partito parlando ai giovani». Il primo video, caricato in piena estate, ha raggiunto un milione di visualizzazioni. È stata la community a proclamarlo tale. «All’inizio mi ero definito in bio come Ceo dell’INPS, mi faceva molto ridere».
Cosa pensa il King della 104 sulla polemica delle classi separate
Nel corso dell’intervista Emanuel Cosmin Stoica è stato altrettanto diretto nel commentare il dibattito che nelle scorse settimane si è alimentato attorno alle dichiarazioni di Vannacci rispetto all’ipotesi di classi separate. «Ci sono tanti tipi di disabilità e sono previsti i piani educativi individualizzati. Un conto è l’inclusione, un altro è tenere in classe persone per l’intera lezione. Conosco situazioni che non funzionano. Le classi separate non esistono su carta, ma nei fatti sì. Di fronte a gravi disabilità intellettive, va detto, non abbiamo una reale partecipazione di quella persona, non c’è vera inclusione. Anzi, c’è esclusione a mio avviso, considerando anche il fatto che la persona con disabilità ha l’insegnante di sostegno per sole 18 ore».
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Il dibattito che vorrebbe intavolare Emanuel Cosmin Stoica parte dai singoli casi e da quel che è meglio per lo studente, in base alla sua situazione. «Il politicamente corretto mi infastidisce perché si presume che la persona sia più aperta mentalmente, ma finisce con l’utilizzare un pietismo involontario». Il King della 104 rimane dunque scettico in merito all’attenzione sui termini giusti da usare quando si parla di disabilità. «Non è la priorità. Non è il termine che abbatte la barriera, ma il percorso educativo di ciascuno». Secondo la sua visione, al momento sono due le narrazioni sulla disabilità: «Il supereroe, la persona con disabilità che nonostante le sue difficoltà ce l’ha fatta, oppure il fatto di cronaca con commenti pietisti».