Nuove azioni all’insegna dell’economia circolare: 200mila i capi di seconda mano in vendita, largo alle riparazioni sartoriali e in cantiere una piattaforma per gestire gli scarti tessili
Prolungare la vita degli articoli che vende. Coinvolgendo nelle diverse operazioni almeno 50 milioni di pezzi entro il 2023. Zalando lancia alcune nuove pratiche dedicate all’insegna dell’economia circolare, proprio per modificare la tradizionale filiera del mondo della moda. Dal prendi, produci, usa e smaltisci verso un sistema che definisce olistico e che segue la traccia seguente: disegna e produci, usa, riusa, chiudi il cerchio. In quel riusa c’è ovviamente dentro un mondo, inclusa la volontà di riparare i capi. Sono quattro i fronti principali che coinvolgono la fase di design, appunto le riparazioni, la vendita di capi di seconda mano e la valorizzazione degli scarti tessili.
Il design col passaporto digitale
Nella fase di design, ad esempio, la piattaforma tedesca di e-commerce sta collaborando con la Fondazione Ellen MacArthur e la start-up berlinese circular fashion per definire criteri circolari per tutto il settore e far acquisire maggiori competenze nel campo del design circolare ai propri team impegnati nelle etichette private. Frutto di questi sforzi verso l’economia circolare è la collezione capsule “redeZIGN for circularity” della propria etichetta privata Zign. Tutti i 50 capi che ne fanno parte, distribuiti tra abbigliamento uomo e donna, calzature e accessori, sono dotati di un passaporto digitale del prodotto: tramite un codice QR sull’etichetta i clienti possono visitare un sito del prodotto e scoprire dove è stato fabbricato, come prendersene cura e come scambiarlo su Zalando.
La riparazione dei capi per l’economia circolare
Sul fronte dell’uso, invece, parte una sperimentazione che la piattaforma potrebbe ampliare a diversi mercati: a partire dall’11 ottobre Zalando offrirà servizi di cura e riparazione per interagire con i clienti nella fase successiva all’acquisto e offrire sostegno proprio per prolungare la durata dei prodotti. La t-shirt si strappa dopo un mese? Invece di restituirla, riparala. In collaborazione con la start-up londinese e la relativa app al dettaglio, Save Your Wardrobe, ora Zalando offre questi servizi in atelier e sartorie locali selezionati ai clienti di Berlino tramite una piattaforma digitale. Il ritiro e la consegna dei capi riparati saranno gestiti dalla logistica specializzata del sito. Il servizio partirà anche a Düsseldorf e nel giro di breve tempo verrà esteso ad altri mercati.
Il riuso: 200mila capi di seconda mano da comprare
E il riuso? Dallo scorso anno i clienti possono rivendere e acquistare capi di seconda mano: dal lancio nel settembre 2020 l’offerta si è decuplicata, passando da 20mila a ormai più di 200mila articoli. Gli imballi di questi ordini sono plastic free, la consegna sempre gratuita e il servizio pari a quello riservato agli articoli nuovi.
Economia circolare: il 60% vuole che i propri abiti abbiano una seconda vita
“Per ridurre il proprio impatto negativo sulle persone e sul pianeta, l’industria della moda deve evolvere verso un sistema circolare. In Zalando vediamo questo passaggio come un’opportunità unica di guidare un ripensamento del settore della moda, aprire nuovi flussi di entrate e trarre il massimo vantaggio da cambiamenti dirompenti nei comportamenti dei consumatori che stanno già accadendo – spiega dice Lara Coppen, responsabile della circolarità di Zalando (nella foto sotto) – secondo il nostro rapporto sul divario tra atteggiamento e comportamento, oltre il 60% dei consumatori ritiene che sia importante che i propri capi di abbigliamento abbiano una seconda occasione piuttosto che finire in discarica. Il nostro obiettivo è stimolare a cambiare i comportamenti, indirizzandoli verso prodotti ed esperienze circolari. Non abbiamo ancora tutte le risposte, ma stiamo collaborando con importanti fautori del cambiamento del settore, testando e ampliando nuove soluzioni per effettuare la transizione a un modo di lavorare completamente circolare”.
Le materie prime seconde e gli scarti tessili da recuperare
Per far crescere l’attuale e assolutamente imbarazzante 1% di tessili riciclati utilizzati in nuovi tessuti nel settore, Zalando sta infine chiudendo il cerchio investendo in nuove tecnologie di riciclo per l’economia circolare. La piattaforma ha appena annunciato di aver investito nel gruppo di rigenerazione tessile Infinited Fiber Company che a sua volta sta mettendo a punto una nuova fibra circolare di alta qualità derivata da scarti tessili, ovviamente con lo scopo di ridurre la dipendenza del mondo da materie prime vergini. Nell’ambito del progetto Sorting For Circularity con Fashion for Good, il sito – nato a Berlino nel 2008 e che conta oggi 45 milioni di clienti attivi in 23 mercati del mondo – si sta inoltre impegnando nella progettazione di una piattaforma open source per la gestione degli scarti tessili. Questo progetto fornirà un’analisi completa dei rifiuti tessili utilizzando un’innovativa e più accurata tecnologia basata sull’infrarosso vicino, mappando al contempo le capacità degli impianti di riciclaggio tessile. La ricerca porterà dunque ben al di fuori del perimetro di Zalando: nascerà una sorta di marketplace digitale aperto per mettere in contatto chi si occupa di riciclaggio e i selezionatori di rifiuti tessili, favorendo l’allineamento e costruendo un’infrastruttura che negli anni a venire vada in direzione di una maggiore circolarità. Zalando fa anche parte dell’edizione europea di Accelerating circularity che favorisce l’incontro tra brand, venditori al dettaglio, operatori del riciclo e selezionatori al termine del ciclo di vita dei capi per consentire loro di capire dove vadano a finire i prodotti ed evitare che vengano smaltiti in discarica.