Si chiama Rotoorto l’idea, ospitata a Expo, di un giovane ingegnere che ha realizzato orti-fioriere, energeticamente autonome e dotate di sistemi di rotazione e irrigazione controllati, in grado di gestire autonomamente la crescita di piante e ortaggi.
Un orto verticale appare oggi la soluzione migliore per coltivare ortaggi, verdure e spezie, in contesi urbani che solitamente, a causa degli spazi ristretti, non offrono una simile possibilità. Per sfruttare al meglio il limitato spazio a disposizione sul nostro balcone però, ora l’orto potrebbe cominciare a muoversi.
È proprio questa infatti l’idea venuta ad un giovane ingegnere, Francesco Benaglio, che con l’aiuto del padre Domenico, ha realizzato e brevettato la sua invenzione. Si chiama Rotoorto ed è un innovativo sistema per la coltivazione di orti o giardini verticali su più piani. La caratteristica che lo differenzia da ogni altro sistema di questo tipo è la capacità di sfruttare al meglio la luce e lo spazio, grazie ad un sofisticato meccanismo di rotazione.
In questo modo Rotoorto si trasforma anche in elemento d’arredo. «La rotazione continua crea un effetto scenografico – sottolinea il suo ideatore – che permette di godere a 360 gradi del verde, occupando uno spazio contenuto».
Perchè Rotoorto
Avevo 16 anni, io e mio padre viaggiavamo fra vigneti, uliveti e ogni tanto campi di pannelli solari
Così inizia il racconto di Francesco. «Cominciammo a parlare di cosa si potesse fare per portare quello che vedevamo nelle case di tutti». Fu così che i due cominciarono a pensare a un innovativo sistema di coltivazione: un giardino rotante, alimentato ad energia solare, in grado di far crescere ortaggi e fiori in maniera autonoma.
Quell’idea ha dato vita a Rotoorto, che oggi è anche una startup, ospitata nell’incubatore d’impresa Bergamo Sviluppo. «L’obiettivo è quello di vederlo in futuro in ristoranti, hotel, luoghi pubblici e privati d’Europa», ci dice Francesco. Intanto Rotoorto ha potuto godere di una vetrina internazionale di primissimo piano. Dal 22 giugno infatti, è presente a Expo, all’interno del padiglione KIP International School, con una versione avanzata del prototipo, frutto della collaborazione con altri professionisti locali.
Il nostro orto si muove grazie al sole
A prima vista si tratta di un orto-fioriera dal design raffinato, con un pannello fotovoltaico installato nel suo punto più alto. Rotoorto è infatti energeticamente autonomo. «L’energia necessaria proviene esclusivamente dal pannello solare fotovoltaico installato sulla sommità della struttura».
Dal punto di vista tecnico, la base delle fioriere è costituita dal serbatoio contenente il liquido nutriente e dalla parte portante, che dal centro si innalza fino al pannello solare, punto nevralgico della struttura. Nella sua parte posteriore è posizionata la strumentazione che gestisce tutto il sistema, dalla ricarica della batteria alla velocità di rotazione, fino alla pompa di irrigazione.
Come anticipato infatti, Rotoorto è dotato di un sistema di rotazione e irrigazione controllati in grado di gestire autonomamente la crescita di ortaggi, fiori e vegetali in genere. «L’irrigazione è gestita in modo autonomo dall’elettronica – conclude Francesco – che in base all’umidità del terreno rilevata da un sensore aziona la pompa posta nel serbatoio alla base della fioriera». Ecco qui: un giardino o orto autogestito e, perché no, un ottimo elemento di arredo, tutto in un’unica soluzione tecnologica. Elegante, funzionale e amica dell’ambiente.