Il pannello realizzato da un insieme di imprese italiane non contiene metalli pesanti ed è talmente leggero e flessibile da adattarsi a qualsiasi struttura architettonica. Sarà finanziato con un miliardo di dollari
Energyka, piccola azienda del trevigiano, ha realizzato una joint venture con la Hulket di Taiwan per creare un pannello fotovoltaico innovativo. Si chiama Prometea: non contiene metalli pesanti ed è quella di essere talmente leggero e flessibile da adattarsi a qualsiasi struttura architettonica.
Crediamo che il futuro del fotovoltaico sia flessibile e siamo certi che il nostro pannello rappresenterà un balzo in avanti nella rivoluzione dell’energia solare.
A parlare è Rolando Rostolis, managing partner di Energyka Electrosystem, azienda veneta che con il suo innovativo pannello fotovoltaico CIGS – acronimo inglese che sta per Copper Indium Gallium (di) Selenide – ha vinto il Premio Innovazione Amica dell’Ambiente 2015 di Legambiente.
Si chiama Prometea e “promette” di produrre il 15% di energia solare in più rispetto al normale fotovoltaico. Leggero, efficiente e dai costi ridotti,verrà prodotto grazie ad una joint venture siglata con la società taiwanese Hulket (Hulk Energy Technology). Oggi è uno dei prodotti presenti ad Expo2015 come esempio di buone pratiche sul fronte delle energie rinnovabili ed è stato recentemente presentato a Monaco di Baviera, durante la Intersolar Europe, la più grande fiera mondiale dedicata alle tecnologie solari.
Pannelli fotovoltaici flessibili e made in Italy
Flessibile, integrato e totalmente ecosostenibile. Rostolis sottolinea come Energyka sia tra i primi a produrre pannelli di questo tipo: <<Grazie ad un partner industriale come la multinazionale asiatica Hulket siamo riusciti a realizzare un nuovo tipo di fotovoltaico: non solo flessibile ma anche impermeabilizzante e calpestabile oltre che capace di rendere dal 15 al 20% in più rispetto al fotovoltaico di prima generazione>>. Per le sue caratteristiche, Prometea può adattarsi a qualsiasi struttura architettonica. Inoltre, è pienamente in linea con la direttiva RoHS, la normativa dell’Unione Europea che impone restrizioni sull’uso di sostanze pericolose, poiché privo di metalli pesanti, come piombo e cadmio.
Leggero ed efficiente, favorirà l’autoconsumo
Un film solare Promotea da 2,5 megawatt ha un peso di appena 60 Kg. Una minuzia se paragonato alle oltre sette tonnellate dei moduli tradizionali. <<Soprattutto per i Paesi emergenti la leggerezza del modulo e l’applicabilità saranno fattori fondamentali – afferma Rostolis – senza contare la possibilità di utilizzo anche in ambiente salino>>. L’azienda pone l’accento anche sui costi di produzione e installazione, assolutamente accessibili. Una soluzione di questo tipo potrebbe aprire nuovi orizzonti anche in termini di autoconsumo. <<Creare delle reti locali legate ad esempio ad una singola zona industriale con un impianto condiviso dalle aziende dell’area e un sistema di accumulo condiviso sarebbe di grande giovamento per la rete elettrica nazionale>>. Il manager di Energyka non ha dubbi al riguardo:
Per il nostro paese, provvedimenti come questo o la possibilità di produrre in un luogo e di consumare energia a distanza, rappresenterebbe una grande spinta verso una razionalizzazione del sistema energetico.
Brevetto italiano, produzione globale
La joint venture che ha portato alla nascita di Prometea coinvolge una rete di imprese venete, con a capo l’Energyka, e il colosso tecnologico asiatico Hulket. Le aziende hanno stretto un accordo da 100 milioni di dollari per avviare la produzione su scala globale dei pannelli fotovoltaici flessibili. Brevetti e sviluppo della commercializzazione globale del prodotto rimarranno comunque in mano italiana. <<Speriamo di portare il nostro prodotto in tutto il mondo, offrendo energia e tecnologia pulita ad un prezzo equo perché particolarmente adattabile a tutte le architetture e a tutti gli ambienti>>, fa sapere Rostolis.
Entro due anni e mezzo si punta ad attivare oltre venti linee di produzione, per un investimento stimato in un miliardo di dollari.
@antcar83