Il ministro Cingolani: “Il gas che noi acquistiamo in Europa frutta ai russi quasi un miliardo di euro al giorno”
Ormai parlare di Eurobond, obbligazioni comunitarie garantite dalla tripla A di Bruxelles, non è più una bestemmia: ne sono stati lanciati per finanziare la transizione ecologica (i cd. green bond), ne sono stati emessi per il Next Generation Eu, il piano di ricostruzione post pandemica e la SURE, la CIG comunitaria e si pensa ora a una obbligazione simile per aiutare il Vecchio continente a superare gli effetti a medio e lungo raggio della chiusura dei rubinetti del gas da parte di mosca. Chiusura che rischia di danneggiare soprattutto Roma e Berlino (che già settimane fa ha rinunciato all’apertura del Nord Stream 2). Per questo l’Unione europea si starebbe preparando a lanciare un nuovo Eurobond energetico.
L’Eurobond energetico per fronteggiare la crisi con Mosca
Si tratta, secondo indiscrezioni raccolte dall’agenzia di stampa Bloomberg, di obbligazioni comunitarie “su vasta scala” per finanziare le spese dell’energia e della difesa . La testata cita in merito fonti riservate secondo le quali i tecnici delle autorità europee sarebbero al lavoro per mettere a punto un piano da presentare dopo il prossimo summit di Versailles in programma per il 10-11 marzo.
Ancora da decidere l’importo e la struttura dell’Eurobond energetico, vale a dire emissioni e interessi. Pare che il meccanismo dovrebbe ricalcare quanto fatto con SURE, per finanziare la cassa integrazione a livello comunitario, potenziata a più riprese nel periodo pandemico. L’indiscrezione su un Eurobond energetico ha permesso alle Borse di tornare in territorio positivo dopo i tonfi degli ultimi giorni: Madrid e Milano guadagnano il 3% e Lisbona il 2,5%. Più caute Parigi (+1,64%) e Francoforte (+1,41%).
Ma soprattutto l’Eurobond energetico confermerebbe la volontà dei 27 di affrancarsi dalle forniture russe. “Mi spiace parlare di vile denaro in un momento di tragedia come questo. Detto questo però faccio presente che il gas che noi acquistiamo in Europa frutta ai russi quasi un miliardo di euro al giorno. Quindi non sono sicuro che loro vogliano chiudere. Personalmente ritengo che quello che sta succedendo sia storicamente, socialmente, eticamente inaccettabile ma c’è anche questa componente finanziaria che non va sottovalutata”, ha ricordato stamani il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani ospite di Agorà Extra.