Il viaggio del Solar Impulse 2 si è concluso nella notte tr ail 26 e il 27 luglio dopo più di un anno ad Abu Dhabi, dove era cominciato. I due piloti Piccard e Borschberg sono convinti di aver stabilito un record nella storia dell’energia per un futuro dei trasporti più pulito
Ci ha messo un anno e un totale di 17 voli. Ma alla fine Solar Impulse 2 è riuscito a realizzare il suo obiettivo nella notte tra il 26 e il 27 luglio: il giro del mondo a energia solare. Partito da Abu Dhabi nel marzo del 2015, l’aereo ricoperto da 17mila pannelli solari è arrivato alla sua destinazione finale. Accumulando tutta l’energia che il sole poteva fornire di giorno e ricorrendo alle batterie di notte. I piloti Bertrand Piccard e Andre Borschberg hanno portato a termine un’impresa che sembrava irrealizzabile e che ha aperto una nuova prospettiva nel settore dei trasporti.
42mila chilometri di viaggio green
Certo, siamo ancora lontani dalle prestazioni che i combustibili fossili possono assicurare agli aerei commerciali. L’aereo non supera gli 80 chilometri orari, non ha molta autonomia, non può andare più in alto di 9000 piedi e non può sostenere un peso di carico superiore che gli permetta di trasportare più passeggeri. Una lista di no per questo velivolo, insomma. Ma il fatto stesso che la sola energia solare sia riuscita a far volare due persone sugli oceani, le abbia fatte atterrare in 17 diversi luoghi, abbia fatto percorrere loro 42mila km in volo e le abbia riportate al punto di partenza senza emettere né fumi né rumore in atmosfera sembra comunque un traguardo importante a chi nel progetto ha creduto sin dagli inizi. Del viaggio di Solar Impulse 2 Startupitalia aveva già parlato il 27 aprile quando i due piloti avevano sorvolato l’Oceano Pacifico. L’ultimo volo sancisce, però, il successo dell’impresa. Piccard l’ha annunciato su Twitter come «un record nella storia dell’energia. Solar Impulse è solo l’inizio».
BREAKING: it’s a first in the history of #energy, @solarimpulse is only the beginning, #futureisclean pic.twitter.com/sRjD59Gi2x
— Bertrand PICCARD (@bertrandpiccard) July 26, 2016
Il volo dei record
I piloti del Solar Impulse non hanno mai visto questo viaggio come un lavoro o una sfida persoanle. L’hanno definito un progetto di vita per la realizzazione di un futuro pulito. L’idea nata in Svizzera è stata possibile solo grazie al finanziamento di alcuni sponsor come Omega, Schindler, Abb e Solvay. Finanziamento che si è reso necessario visto che l’impresa di Solar Impulse è costata 100 milioni di dollari. E molto impegno da parte dei piloti che si sono alternati alla guida e hanno sperimentato anche la solitudine in volo. La tappa più lunga dell’aereo con l’apertura alare di un Boeing 747, quella da Nagoya alle Hawaii, è durata 118 ore: un volo di 5 giorni in solitaria che è già record.
Anche Leonardo di Caprio tra i sostenitori dell’impresa
La battaglia ecologica di Solar Impulse è stata salutata con grande favore al suo arrivo ad Abu Dhabi dallo sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktoum, che l’ha definita come «l’apertura di nuovi orizzonti per le energie rinnovabili». Ad attendere l’aereo solare negli Emirati Arabi Uniti anche il principe Alberto di Monaco e la consigliera federale svizzera Doris Leuthard. Ma oltre a chi era presente per assistere all’atterraggio del Solar Impulse 2, c’è stato anche chi ha voluto esprimere la sua soddisfazione per il raggiungimento dell’obiettivo su Twitter. Come ha fatto Leonardo di Caprio che dei temi ambientali ha fatto uno dei suoi principali interessi. Fino a decidere di citare il problema del riscaldamento globale anche sul palco degli Oscar.