Dopo l’allarme Efsa (Ue) sulle sostanze tossiche (anche cancerogene), Coop sostituirà l’olio di palma in tutti i suoi prodotti con olio di oliva o monosemi. Il problema? Nasce durante le lavorazioni alimentari: ecco come
L’olio di palma esce da tutti i prodotti a marchio Coop. La decisione viene dopo l’allarme in seguito alla pubblicazione del dossier Efsa (l’Agenzia europea per la sicurezza degli alimenti) che evidenzia la presenza di alcuni composti contaminanti nell’olio di palma, il cui consumo con percentuali importanti viene sconsigliato soprattutto a bambini e adolescenti, e la decisione del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin di chiedere al Commissario Europeo per la salute e la sicurezza alimentare Vytenis Andriukaitis di avviare una verifica urgente ed approfondita. La Coop ha preso questa iniziativa coerentemente con il “principio di precauzione” da sempre applicato, e ha sospeso la produzione dei prodotti a proprio marchio che contengono olio di palma. Per questi prodotti Coop accelererà il processo di sostituzione dell’olio di palma, privilegiando l’impiego di olio extravergine di oliva o olii monosemi e ricorrendo a ricette e formulazioni nutrizionalmente più equilibrate. Coop ha già sostituito l’olio di palma in oltre 100 prodotti a marchio Coop molto importanti; tra questi i prodotti delle linee destinati ai bambini “Crescendo” e “Club 4-10”, così come i prodotti della linea “Viviverde” e la crema spalmabile Solidal Coop. La sostituzione dell’olio di palma nei rimanenti 120 prodotti a marchio avverrà nei prossimi mesi.
Olio di palma, import in aumento del 35%
Insomma l’attenzione sull’olio di palma continua ad essere forte. Secondo Coldiretti le importazioni di olio di palma in Italia nel primo mese di quest’anno aumentano del 35% mentre nel 2015 è stato raggiunto il quantitativo di oltre 1,6 miliardi di kg. L’analisi è avvenuta sulla base dei dati Istat dopo il parere dell’Efsa nel quale appunto si segnalano possibili effetti tossico o cancerogeni di alcuni contaminanti di processo che si sviluppano durante il processo produttivo nell’olio di palma e in altri oli vegetali, margarine e alimenti trasformati. L’olio di palma per il basso costo e la scarsa informazione, avverte Coldiretti, tende a sostituire grassi più pregiati praticamene ovunque ed anche in alimenti per bambini come biscotti, merendine, torte e addirittura nel latte per neonati, con quantitativi importati in Italia che sono aumentati di 10 volte negli ultimi 15 anni. Per consentire scelte di acquisto consapevoli da parte dei consumatori è stato introdotto il 13 dicembre 2014 nella legislazione comunitaria l’obbligo di specificare in etichetta la natura dell’olio eventualmente utilizzato nei prodotti alimentari confezionati. Non è più possibile pertanto utilizzare la dicitura generica olio vegetale, giocando sul fatto che nella nostra tradizione quando si pensa all’olio si pensa a quello di oliva, ma si deve indicare con precisione di quale olio si tratta. Per i prodotti venduti sfusi al forno o in panetteria – conclude la Coldiretti – deve essere sempre esposto e a disposizione dei consumatori, l’elenco degli ingredienti utilizzati.
Cosa ha detto esattamente l’Efsa
Ma cosa aveva detto esattamente l’Efsa? In sostanza che l’olio di palma, utilizzato in numerosi alimenti, contiene sostanze tossiche, anche cancerogene, pericolose soprattutto per i bambini. Secondo l’Agenzia europea per la sicurezza degli alimenti, i contaminanti da processo a base di glicerolo presenti nell’olio di palma, ma anche in altri oli vegetali, nelle margarine e in alcuni prodotti alimentari trasformati, danno adito a potenziali problemi di salute per il consumatore medio di tali alimenti di tutte le fasce d’età giovanile e per i forti consumatori di tutte le fasce d’età. L’Efsa ha valutato i rischi per la salute pubblica derivanti dalle sostanze: glicidil esteri degli acidi grassi (GE), 3-monocloropropandiolo (3-MCPD), e 2-monocloropropandiolo (2-MCPD) e loro esteri degli acidi grassi. Le sostanze si formano durante le lavorazioni alimentari, in particolare quando gli oli vegetali vengono raffinati ad alte temperature (circa 200 gradi). I più elevati livelli di GE, come pure di 3-MCPD e 2-MCPD (compresi gli esteri) sono stati rinvenuti in oli di palma e grassi di palma, seguiti da altri oli e grassi. Per i consumatori di tre anni di età e oltre, margarine e dolci e torte sono risultati essere le principali fonti di esposizione a tutte le sostanze. Il gruppo di esperti scientifici dell’EFSA sui contaminanti nella catena alimentare ha esaminato le informazioni sulla tossicità del glicidolo (composto precursore dei GE) per valutare il rischio dai GE, ipotizzando una conversione completa degli esteri in glicidolo dopo l’ingestione.
Ma i livelli si sono dimezzati
La disamina ha messo in luce che i livelli di GE negli oli e grassi di palma si sono dimezzati tra il 2010 e il 2015, grazie alle misure volontarie adottate dai produttori. Ciò ha contribuito a un calo importante dell’esposizione dei consumatori a dette sostanze. La valutazione del rischio fornirà informazioni utili ai gestori del rischio della Commissione europea e degli Stati membri, i quali regolamentano la sicurezza alimentare nell’Ue. Essi utilizzeranno la consulenza scientifica dell’Efsa per riflettere su come gestire i potenziali rischi per i consumatori legati all’esposizione a tali sostanze negli alimenti. La stessa Aidepi (Associazione industriali della pasta e del dolce italiani) si era impegnata subito dopo il parere dell’Efsa: “Abbiamo seguito con la massima attenzione la diffusione del parere dell’Efsa sulla presenza dei contaminanti 3-MCPD e GE in molti alimenti inclusi alcuni prodotti da forno e, come sempre abbiamo fatto in passato, ci impegnamo fin da ora a fare, nel più breve tempo possibile, tutte le scelte necessarie per la massima tutela della salute del consumatore“, era stato l’annuncio. “Ogni indicazione dell’Efsa è per noi un riferimento imprescindibile, anche rispetto alle nostre strategie aziendali e associative, e quindi non mancheremo di intraprendere i percorsi necessari per onorare il patto di fiducia che sa sempre abbiamo con i nostri consumatori”.