Dall’intuizione di un gruppo di studenti del MIT di Boston, oggi l’azienda vende matite da disegno e per il make-up in più di 80 Paesi. Il CEO: «Ora puntiamo a ridurre il packaging e ad espanderci a livello globale»
«Per fare un albero ci vuole un seme», cantava Sergio Endrigo…E se questo seme fosse una matita? Sprout, azienda fondata in Danimarca nel 2014 dal CEO Michael Stausholm, ha avuto l’intuizione molti anni fa. Un’intuizione che in realtà è nata da un gruppo di studenti del MIT di Boston e che ha letteralmente incantato Michael. «Ho pensato sin da subito che fosse una grande idea in tema di sostenibilità: quelle matite sono riutilizzabili al 100%, garantendogli una vita nuova quando diventano inutilizzabili», ha dichiarato il CEO a StartupItalia. Così, nel 2014, è nato Sproutworld, un’idea di business che oggi opera principalmente nell’Unione Europea e in America ma che punta in alto con un team che attualmente conta una quarantina di persone dislocate in vari Paesi del mondo. È stato lo stesso CEO a raccontarci la sua storia.
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Come nascono le matite ecosostenibili
Con headquarter a Copenaghen e una sede negli USA, a Boston, Sprout produce e vende matite, non solo da disegno ma anche per il make-up. Matite che sono riciclabili al 100% e che possono dare vita a una pianta una volta che sono diventate troppo corte per essere utilizzate. «La capsula del seme è a base vegetale e contiene semi di alta qualità. Il cliente le può piantare in un vaso con un po’ di terriccio e, prendendosene cura, queste a loro volta daranno vita a una nuova pianta – spiega il CEO – Le matite Sprout sono naturali al 100%, realizzate in legno, grafite e argilla prodotti in modo sostenibile».
L’idea ha catturato l’attenzione di grandi multinazionali come Coca-Cola, IKEA, Coloplast, Bank of America e DisneyWorld, dalle quali proviene il 75% degli ordini di matite Sprout. «Le aziende usano le matite per comunicare messaggi di attenzione alla sostenibilità – afferma il CEO – In particolar modo, abbiamo coinvolto una serie di multinazionali, ma sono richieste anche da consumatori privati e da pubbliche istituzioni». Nel 2018 l’azienda afferma che le vendette anche all’ex first lady degli Stati Uniti, Michelle Obama.
I mercati di riferimento
Tra i mercati principali in cui opera Sprout ci sono quelli italiano e britannico. «L’Italia è il nostro market di riferimento: il clima è buono per la crescita di queste piante e c’è una grande attenzione al tema della sostenibilità – afferma Michael – Sia quelle in grafite che le matite colorate sono sempre più richieste e l’eyeliner Sprout è stato il secondo eyeliner più venduto su Amazon Italia nel dicembre 2022. Anche nel settore del make-up, infatti, per il quale abbiamo pensato una linea ad hoc con matite per occhi e per sopracciglia, stiamo crescendo molto». In particolare, l’eyeliner Sprout contiene una capsula con semi che possono essere piantati dopo l’uso e trasformarsi in fiori selvatici.
Con vendite in oltre 80 paesi, adesso Sprout punta a crescere del 20-25%. «L’anno scorso siamo cresciuti di più del 50%, abbiamo ottenuto la certificazione B Corp e implementato una tecnologia a catena di blocchi che consente di tracciare ogni componente delle matite fino alla sua origine – spiega il CEO – Inoltre, abbiamo anche acquistato un pezzo di terra inutilizzata in Polonia, dove avviene la nostra produzione europea. Lì pianteremo 12.000 alberi in collaborazione con le foreste demaniali polacche: un nuovo albero per ogni albero che tagliamo, e non ne taglieremo tanti dato che per fare 175.000 matite è sufficiente una sola pianta».
I prossimi obiettivi
Nel futuro di Sprout c’è l’espansione in Europa e la riduzione del packaging. «Nei prossimi anni continueremo a lavorare con le aziende per aiutarle a comunicare messaggi di sostenibilità – conclude il CEO – Inoltre, vogliamo cercare di ridurre il packaging utilizzato. Lavoriamo solo su prodotti locali, per questo l’Europa (soprattutto l’Italia, la Francia, la Germania, la Spagna, il Regno Unito) e in particolare il Nord America sono attualmente i nostri principali mercati, ma continueremo a espanderci a livello mondiale».