Secondo i ricercatori le lampadine a Led possono aiutarci a ridurre le emissioni inquinanti e a combattere la malaria, ci crede anche Bill Gates.
Scordatevi il ddt, togliete le zanzariere, buttate la carta moschicida: potrebbe bastare una luce per difendersi dalla malaria.
Un team di ricercatori sta sperimentando come diverse tonalità di luce influenzano il comportamento degli insetti ed hanno trovato che le lampadine che emettono meno raggi ultravioletti e luce di tonalità blue, li attraggono fino al 20 per cento di meno. Uno studio di dieci scienziati californiani della UCLA condotto con i ricercatori Philips e pubblicato dalla Royal Society il 16 aprile scorso sostiene che le luci a LED (Light Emitting Diode) possono essere adattate per nascondere certe aree dello spettro luminoso che attraggono gli artropodi dannosi.
Sostituendo le lampade a incandescenza, alogene o fluorescenti con le lampadine a LED quindi non solo si risparmia energia a salvaguardia dell’ambiente, ma si può intervenire addirittura sulle malattia portate da quegli insetti. Diffusamente utilizzate negli orti urbani e nelle aree rurali, i ricercatori ritengono che adesso le luci a LED possono essere usate per prevenire la malaria, una delle malattie mortali più diffuse in Africa a causa del virus portato da alcuni tipi di zanzara.
Poichè sopratutto nelle zone depresse uomini e donne vivono in rifugi di fortuna dove i vetri e le zanzariere alle finestre sono un lusso, distribuire questo tipo di lampadine potrebbe fare la differenza in termini di riduzione dei disagi portati dalla puntura di questi insetti nocivi.
Inoltre le luci a Led hanno un elevato rendimento luminioso, una maggiore durata di funzionamento, bassi costi di manutenzione e sono “sicure” sia perchè funzionano con una tensione elettrica molto bassa sia perchè non contengono mercurio e sono insensibili all’umidità, ma soprattuto irradiano “luce pulita” in quanto priva di componenti ultraviolette.
A segnalare la notizia su Twitter è stato Bill Gates che, come è noto, da anni si impegna con la sua fondazione a sostenere tutte le ricerche che possono migliorare la condizione sanitaria delle popolazioni affette da epidemie e malattie endemiche.
Lo studio è interessante anche per altri motivi, però. Tra i neurologi è piuttosto diffusa la convinzione che le luci tendenti al blue come quella di computer e smartphone non ci farebbero riposare bene di notte in quanto riducono i livelli di melatonina, un mediatore chimico naturale che contribuisce al corretto ritmo sonno-veglia. Secondo alcuni ricercatori inoltre, un’esposizione massiccia a quel tipo di radiazione luminosa troverebbe delle correlazioni in malattie ugualmente pandemiche come l’obesità, il diabete e il cancro.
Gran parte di questa luce blue viene da apparecchi elettronici: secondo il New York Times solo nel 2013 sono stati venduti oltre un miliardo e mezzo di computer, televisioni e cellullari.