Le forze armate irlandesi hanno presentato a Cork una vela di venti metri capace di trainare le navi, generare energia e monitorare l’ambiente, via Internet
La navigazione a vela non è certo una novità: l’uomo utilizza da migliaia di anni il vento quale forza motrice per attraversare i mari. La tecnologia ha però permesso di perfezionare il concetto, passando da vele pensate solo per piccoli natanti, alle “sky sails”, enormi aquiloni fissati ai pennoni, in grado di catturare i venti di alta quota e trainare imbarcazioni di anche notevole stazza.
Le forze armate irlandesi, nel corso della “Festa del Mare” tenutasi di recente a Cork, hanno presentato un’ulteriore passo avanti: una vela di venti metri che sventolerà a 300 metri di altezza, capace non solo di generare energia e aiutare le navi della Difesa a risparmiare carburante, ma, grazie a una serie di sensori incorporati, attiva nello scandagliare l’ambiente circostante e raccogliere svariati parametri sulle condizioni atmosferiche e marine e trasmettere poi questi dati via Internet.
“L’aquilone” per le navi di soccorso
Ciò significa, ha sottolineato il Contrammiraglio Mark Emmet, vicedirettore dello staff della Difesa, che a parità di miglia marine percorse, le navi militari irlandesi equipaggiate col kite (l’aquilone), potranno sorvegliare una superficie 15 volte maggiore.
Per il momento, si tratta ancora di un prototipo, che è stato testato sul LÈ Niamh – un vascello di pattugliamento d’alto mare, utilizzato anche nelle missioni di soccorso ai migranti che cercando di attraversare il Mediterraneo – e il cui sviluppo è stato finanziato tramite un apposito fondo dell’Autorità Irlandese per l’Energia Sostenibile (SEIA).
Numeri e prospettive
L’autorità, dal 2008 ad oggi, ha finanziato 62 progetti per un totale di 11 milioni di euro, ed è uno dei molti esempi di come la piccola nazione affacciata sull’Oceano abbia saputo negli ultimi anni sfruttare al meglio le risorse naturali di cui è ricca adottando un approccio lungimirante e premiando aziende e privati che adoperano fonti di energia che non inquinano. L’obiettivo è quello di produrre, entro il 2020, metà dell’elettricità grazie a vento, acqua ed energia solare.
Le “sky sail” come quella presentata a Cork, sono uno dei tanti modi con cui si ipotizza di alleggerire l’impatto umano sull’ambiente, specialmente in ambito commerciale. Si calcola infatti che, a tutt’oggi, più del 90% delle merci venga trasportato via mare, con un emissione annuale di più di un miliardo di tonnellate di anidride carbonica.
Le gigantesche vele-aquilone potrebbero fare la loro parte per ridurre la produzione in inquinanti. E il loro contributo non si limiterà a questo: se e quando il prototipo inaugurato alla Festa del Mare troverà uno sbocco commerciale, le capacità di monitoraggio delle flotte si estenderanno in maniera esponenziale, e le vele fungeranno da “occhi” per monitorare l’ambiente da una posizione elevata, raccogliendo ogni genere di dati con i moderni sensori.
L’Internet delle Cose, di solito celebrato per i possibili apporti in campo domestico, industriale, o nell’automotive, svelerà tutto il suo potenziale anche in ambito marino.