Sottoscritto un Memorandum of Understanding tra RFI e Nevomo per lo studio della tecnologia magrail
Non sappiamo dirvi se l’accordo sottoscritto oggi lo si debba già all’opera innovatrice di Vera Fiorani, già amministratore delegato e direttore generale di Rete ferroviaria italiana (Rfi), alla quale il presidente del Consiglio Mario Draghi e il ministro alle Infrastrutture Enrico Giovannini hanno deciso di affidare, in qualità di Commissaria, l’ingente investimento del PNRR in campo ferroviario (sono destinati 60,8 miliardi di euro, di cui 28,6 al Sud) per rinnovare da Nord a Sud una volta per tutte le bistrattate e spesso fatiscenti linee ferroviarie italiane, oppure se fosse un contratto già in essere e in attesa di essere finalizzato. Sta di fatto che, se andasse in porto, permetterebbe senz’altro di ammodernare il sistema al di là di ogni previsione, grazie all’ingresso sulle scene dei treni a levitazione magnetica.
Cosa sono i treni a levitazione magnetica?
La tecnologia si chiama magrail e punta a sovrapporre i sistemi per la levitazione magnetica all’infrastruttura esistente. Per studiare le potenzialità di questo sistema di trasporto, è stato firmato oggi, 18 giugno, un Memorandum of Understanding tra Fiorani, Amministratrice Delegata e Direttrice Generale di RFI, e Przemyslaw Paczek, CEO della società tecnologica polacco-svizzera Nevomo
L’accordo, spiegano i contraenti, ha l’obiettivo di verificare la fattibilità tecnica ed economica della nuova tecnologia, oltre che la reale possibilità di far coesistere il sistema ferroviario tradizionale e quello magnetico. Magrail, infatti, si pone come un nuovo sistema di trasporto a levitazione magnetica integrato alle linee ferroviarie regionali e alta velocità esistenti, evitando così pesanti interventi sulle opere civili e i relativi investimenti.
Dal punto di vista tecnico, il sistema magrail punta a consentire il passaggio sulla stessa linea sia dei treni convenzionali sia dei nuovi veicoli a levitazione magnetica. Questi ultimi, sfruttando la nuova tecnologia, potranno beneficiare di un aumento della velocità che, secondo le ipotesi allo studio, potrebbero arrivare fino al 75% in più rispetto a quella attuale.
In parallelo, le due aziende chiederanno un finanziamento all’Unione Europea per la realizzazione di un vero e proprio progetto pilota magrail sul circuito di prova di proprietà di RFI a Bologna San Donato. Questa sarà l’ultima fase dei test, che dovrebbe innescare i processi di certificazione e omologazione necessari per consentire l’implementazione commerciale della tecnologia.