La tecnologia può aiutarci contro gli sprechi. Nel cambiamento tutti giocano un ruolo, istituzioni comprese. «Non possiamo più partire dall’assunto che abbiamo il tempo per fare una transizione a passaggi»
Non manca poi così tanto all’arrivo del freddo. I governi europei rassicurano le popolazioni sia sul fronte degli stoccaggi del gas – il ministero della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, ha dichiarato: «Siamo quasi fuori pericolo» – sia sul fronte dei prezzi, nodo che preoccupa famiglie e risparmiatori, già messi alla prova dall’inflazione e dal caro carburante. Ragionare di questi temi impone riflessioni (e azioni) sul lungo periodo, data la complessità delle soluzioni che non sempre mettono tutti d’accordo. C’è un tema di scelte individuali – usare meno l’automobile e di più la bicicletta, ad esempio – ma anche di normative, che devono facilitare la transizione. «Per costruire una pala eolica in Gran Bretagna occorrono quattro anni, dal progetto passando per le autorizzazioni fino al termine dei lavori. In Italia potrebbero volercene dieci». Giorgio Tomassetti è il Ceo di Octopus Energy Italia, società dell’omonimo gruppo britannico fondato nel 2000, attiva nel nostro paese dal novembre 2021. Lo abbiamo intervistato per ragionare di tecnologie green, soluzioni necessarie per contrastare la crisi climatica. Ma ancora non così diffuse per tutta una serie di ragioni.
Octopus: il profilo aziendale
Octopus è un gruppo britannico che opera come B Corp su vari settori, dalla finanza all’energia. Octopus Energy è attivo attraverso sussidiarie in vari paesi, tra cui l’Italia. L’ingresso nel nostro mercato risale al novembre 2021, con l’acquisizione di SATO Luce e Gas. Oltre a essere fornitore, svolge anche un lavoro sul fronte innovazione come tante altre corporate del settore, che necessitano del contributo delle startup. Di recente Octopus e ilke Homes hanno stretto un accordo in Gran Bretagna per costruire nell’Essex il più grande complesso residenziale a zero emissioni del Regno Unito.
Intervista a Giorgio Tomassetti, Ceo Octopus Italia
Quante volte si sente dire che in Italia potremmo essere i campioni delle energie rinnovabili? Abbiamo il sole e il vento a disposizione. Perché non è così?
Tomassetti: «Per aver una maggior produzione di rinnovabili bisogna rispettare alcuni fattori. Il mercato dei capitali privati oggi ha capito che le pale eoliche sono un valore aggiunto. Si potrebbero poi aumentare i fondi pubblici. Solo dieci anni fa queste tecnologie non erano così attraenti. L’altro aspetto riguarda le regole: una pala eolica richiede ovviamente vari permessi. Octopus ha impianti attivi in UK, Germania e Spagna. Non li ha attivi ancora in Italia per questioni regolatorie».
C’è un tema di norme, ma anche di infrastrutture che devono trasferire l’energia pulita alla rete.
Tomassetti: «In Italia ci sono molte autorizzazioni che non hanno tempi massimi per essere concesse. Solo recentemente sono stati inseriti elementi che richiedono di motivare un rigetto. Nella realtà dei fatti potrebbero volerci anche dieci anni per costruire una pala eolica. Questo per qualsiasi investitore è un problema. Poi senz’altro c’è anche il nodo infrastrutture. Con 20 ipotetici impianti eolici in Sicilia, senza però il cavo per portare l’energia in Lombardia, è dura».
La transizione ecologica non potrà che essere graduale?
Tomassetti: «Non possiamo più partire dall’assunto che abbiamo il tempo per fare una transizione a passaggi. Bisogna ragionare in ottica di economia di guerra. Sarà un cambiamento da rivoluzione industriale».
L’Italia può ambire a diventare autosufficiente dal punto di vista energetico?
Tomassetti: «Sicuramente continueremo a importare, ma bisogna ragionare su una filiera europea. Una maggiore autonomia energetica è quello a cui dobbiamo aspirare. Anche le rinnovabili hanno i loro problemi, ma sono l’unica fonte di energia su cui fare affidamento. Anche per via dei costi che non cambiano a seconda di come ci si sveglia la mattina».
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Negli ultimi tempi il dibattito sulla scarsità delle risorse, dal gas all’acqua, ha chiamato in causa le abitudini di tutti noi cittadini. Al netto degli sprechi, cosa può fare la tecnologia per aiutarci?
Tomassetti: «Un contatore registra una misura ogni 15 minuti. Dunque i dati sui consumi sono tantissimi. Riuscire a collezionarli è basilare. Poi bisogna utilizzarli per influenzare i consumi. Con Kraken (la piattaforma proprietaria di Octopus che lavora sui big data al momento non pienamente attiva in Italia, ndr) rendiamo semplice agli utenti capire quando usare l’energia. Si può impostare il sistema per ricaricare l’auto elettrica quando l’energia costa meno. Altrimenti è perfino possibile vendere al sistema l’energia della propria auto quando il prezzo sale».