Soltanto un anno fa la città era deserta, piagata dal lockdown. Ora invece studia formule tecnologiche per evitare il traffico
Milano vanta ottimi mezzi pubblici: sono puntuali, moderni, a basso impatto ambientale e pure incredibilmente efficienti. Ma in tempi di pandemia sono molti i pendolari che preferiscono spostarsi in autonomia: una scelta che tutela la salute ma che rischia di riverberarsi sulla congestione del traffico urbano. E infatti la tangenziale sembra tornata quella delle giornate peggiori pre-Covid, quando al più si indossavano mascherine per proteggersi dalle polveri sottili. Anche per scongiurare questo scenario e migliorare la qualità dell’aria, l’Amministrazione comunale di Milano ha coinvolto due importanti operatori della navigazione stradale, Waze e TomTom, nel progetto Mobilità 3.0, finalizzato a migliorare l’uso della rete viaria cittadina.
La collaborazione prevede che il Comune condivida con i due operatori i dati a propria disposizione utili a indirizzare, in tempo reale, la circolazione privata sui percorsi stradali migliori: dai cantieri in corso alle deviazioni stradali (sia quelle programmate sia quelle impreviste), dalle chiusure e restrizioni dovute alla presenza di grandi eventi alle nuove pedonalizzazioni (anche temporanee).
Gli operatori, per parte loro, si impegnano a declinare le proprie app per Milano, ovvero ad acquisire i dati e utilizzarli in modo che gli utenti sappiano sempre quali sono le strade meno trafficate, i percorsi più veloci o quelli consigliati per il tipo di mezzo utilizzato.
L’obiettivo del progetto quindi è duplice. Da un lato consentire a chi utilizza l’auto o qualsiasi altro mezzo, privato o in sharing, di muoversi più efficacemente, raggiungendo prima possibile la propria destinazione con risparmio di tempo, costi e in maggiore sicurezza. Dall’altro migliorare la qualità della vita per la città, fluidificando la circolazione nelle strade più soggette a congestione del traffico, riducendo le emissioni inquinanti e ottimizzando gli spostamenti del trasporto pubblico di superficie, della mobilità dolce e delle utenze ‘deboli’.