«Negli ultimi due anni ho avuto diversi problemi di salute, ma il mio obiettivo, e piano piano lo raggiungerò, è rendere solida e costante la mia figura di content creator – Nicolò Vadnjal, 24 anni, è meglio conosciuto sui social come Nico 4Friends -. Sono stato a contatto con la morte varie volte. Quando succede ristabilisci le priorità e capisci di dover offrire al mondo la parte migliore di te».
Nato a Udine, convive con una malattia neuromuscolare che non è stata ancora definita. «Ma mi sento una mosca bianca, perché non ho mai subìto episodi di bullismo o discriminazioni. Purtroppo molti ragazzi che vivono una situazione simile alla mia non si sono mai riusciti a creare il giusto contatto inclusivo, a partire dalla scuola».
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Nicolò Vadnjal: la voglia di condividere
Parlare di disabilità è una cosa, ma farne esperienza consente di uscire dalla propria zona di comfort ed entrare in quotidianità diverse, conoscendone ritmi, difficoltà, così come momenti di spensieratezza. Nicolò Vadnjal ha fatto scoprire a tutta Italia la sua storia grazie al programma televisivo Le Iene, facendosi seguire dal campione di rugby Martin Castrogiovanni, divenuto suo badante per un giorno intero.
«Tante volte ho spinto alcuni amici a vivere esperienze che, senza di me, non avrebbero mai fatto. Mi hanno ringraziato per l’intraprendenza. Alla fine sono occasioni in cui assaporo quanto sia potente la vita, quanto possa essere ricca di esperienze. Anche se sono su una sedia a rotella. O, meglio, a maggior ragione». Nel corso dell’intervista a StartupItalia Nico 4Friends ci ha spiegato anche la sua opinione sul significato concreto dell’inclusione, termine che a volte viene frainteso e messo in pratica nella maniera sbagliata.
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Cosa significa inclusione
«L’inclusione deve normalizzare, non spettacolarizzare. Non dobbiamo creare giornate ad hoc perché qualcuno possa pulirsi la coscienza. Poi, per l’amore di Dio, per una serie di persone certe occasioni servono perché non hanno mai trovato la forza di vivere la propria disabilità al di fuori dell’associazionismo». Si commette, in altre parole, un grave errore a ritenere che non esista un dibattito su certi temi tra le stesse persone con disabilità.
Anzi, è forse proprio da loro che bisognerebbe partire per avviare qualsiasi ragionamento. Prendiamo, a questo proposito, il caso della polemica sulle classi separate scatenata da un’intervista di Roberto Vannacci, candidato per la Lega alle elezioni europee. «Sono parole buttate lì, propagandistiche. Dico che bisogna individuare soluzioni concrete. Lui è rimasto sul generale, non ha approfondito il discorso. Mi è sembrata una trovata pubblicitaria per la campagna elettorale».
Durante gli anni scolastici Nicolò Vadnjal si è confrontato con circostanze in cui, come ci ha spiegato, «tante volte le difficoltà le ho riscontrate più nei prof nel non capire certe situazioni, invece che da parte degli studenti. L’inclusione a scuola è un problema a livello di organizzazione, andrebbe riformata completamente l’idea di inclusività».
Chi è Nico 4Friends
Veniamo dunque ai social, il mezzo con cui Nico 4Friends racconta se stesso con ironia e sarcasmo. Partito nel 2020 su TikTok, si è poi allargato anche a Instagram e YouTube. «Ero stufo di vedere persone con disabilità trattate coi guanti, come se fossero figure speciali alle quali non dover arrecare danni morali. Volevo dar voce a questo sentimento. Per questo mostro il mio punto di vista, senza peli sulla lingua». Un personaggio che ricalca in sostanza come Nicolò è nella vita, anche se è lui stessa a ricordare che quella online è «la mia parte più estrema».
Oltre ai social, Nicolò Vadnjal (alias Nico 4Friends) ha anche la passione per lo sport. «Ho sempre vissuto la mia disabilità anche al di fuori del contesto famigliare. Sono stato fortunato perché ho amici con cui fare progetti e attività». Come il power chair hockey, attività sportiva che lo vede coinvolto in qualità di capitano e allenatore dei Friul Falcons. «Il mio obiettivo, alla fine, è fare il possibile per sentirmi realizzato».