Vacanze spensierate, ma rispettando sempre l’ambiente
In questi giorni il problema per molti non sarà quello di spalmare le call per organizzarsi la giornata, ma spalmarsi soltanto la crema solare per evitare di scottarsi e godersi al meglio le vacanze. In estate questi prodotti non possono certo mancare, anche se negli ultimi anni è aumentata la sensibilità da parte dei consumatori e delle aziende per far sì che non danneggino la nostra salute e l’ambiente. Come vi avevamo raccontato qualche anno fa, prima che esplodesse il fenomeno green dei Fridays for Future, gli esperti già stavano lanciando l’allarme per i danni che le creme solari infliggono alla barriera corallina. Calcolando una dose giornaliera di 2 milligrammi di crema per centimetro di pelle, se ne disperderebbero in acqua dalle 4 alle 6 mila tonnellate ogni anno. E il problema, spesso, parte dall’etichetta: alcuni prodotti si spacciano per eco friendly. E invece…
Creme solari: come orientarsi
Sono diversi i siti e le fonti a cui rifarsi per valutare le migliori creme solari sul mercato. Altroconsumo, per esempio, offre una lunga lista di prodotti testati (con risultati riservati soltanto agli abbonati), con alcuni consigli di cui è utile far tesoro. Ad esempio, è bene partire dal cosiddetto fattore di protezione solare (sull’etichetta indicata con la sigla SPF): “nessun SPF è in grado di arrivare al 100%”, spiegano e “affinché un prodotto possa definirsi prodotto solare questo deve garantire anche una protezione sufficiente dai raggi UVA, pari almeno ad 1/3 dell’SPF dichiarato in etichetta”.
Gli ingredienti da evitare
Come spesso accade le creme solari vengono acquistate di impulso, magari facendosi convincere da paroloni che, ai nostri occhi, suonano rassicuranti (ipoallergenico o dermatologicamente testato vi dicono qualcosa?). Fate attenzione, avvertono sempre da Altroconsumo, perché queste formule non bastano a garantire un livello di sicurezza. E non è finita qua: alcuni ingredienti di queste creme solari possono essere dannosi: sono gli interferenti endocrini (propylparaben, butylparaben e ethylhexylmethoxicinnamate) e il buthylphenyl methylpropional, che dal marzo 2022 sarà vietato nella cosmetica.
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Dal momento che i consumatori sono sempre più attenti a quello che comprano, le aziende devono tenere in considerazione anche l’impatto delle creme solari sugli ecosistemi marini. «Abbiamo studiato molto cosa provocano le creme solari sui ricci di mare nel Mediterraneo – ci spiegava Cinzia Corinaldesi, docente all’Università Politecnica delle Marche – e ci siamo accorti che danneggiano lo sviluppo embrionale e larvale, producendo malformazione. Il riccio di mare è fondamentale in quanto organismo ingegnere, con la capacità di supportare altre reti trofiche. In sostanza favorisce la biodiversità». Per capirci: godetevi le vacanze, ma in maniera responsabile.