Al Parco Alto Milanese fino al 20 settembre va in scena la palestra inclusiva a cielo aperto: un percorso di ginnastica dolce aperta a tutte e tutti: per contrastare la solitudine e per favorire l’inclusione sociale delle persone che rimangono in città
L’appuntamento è tutte le mattine dal martedì al venerdì, il martedì e il giovedì anche al pomeriggio. L’iniziativa è organizzata da Stare Bene Insieme Aps, CSK (Centro Studi Karate) di Busto Arsizio e Consorzio Parco Alto Milanese, costituito dai Comuni di Busto Arsizio (VA), Legnano (MI) e Castellanza (VA). Da questa esperienza è nato anche un libro, uscito nel dicembre 2022 e curato da Stefano Bottelli, dal titolo ‘A cielo aperto’.
Il progetto della palestra inclusiva a cielo aperto
Il progetto inizia nell’estate del 2002 da un’intuizione di Stefano Bottelli e Flavio Castiglioni, che con Paolo Busacca di UISP (Unione Italiana Sport per Tutti) e Centro Studi Karate di Busto Arsizio hanno proposto un progetto di ginnastica dolce nella natura del Parco Alto Milanese. Nel corso degli anni l’iniziativa ha aiutato adulti e anziani, ognuno con le loro specificità, a sentirsi meno soli in un periodo in cui per molti la solitudine fa da regina. Spiega Stefano Bottelli, responsabile del progetto per Stare Bene Insieme: «Da subito il progetto aveva un chiaro obiettivo: creare momenti di relazione e di compagnia durante la stagione estiva, per rispondere ai momenti di solitudine che si potevano creare quando gli anziani rimanevano a casa, mentre i propri cari andavano in vacanza». La formula da subito è stata quella di organizzare corsi di attività fisica in gruppo con la partecipazione di persone adulte e anziane, in contesti naturali di bellezza e armonia, stimolando momenti di compagnia atti a innalzare benessere e salute.
Guerra alla solitudine per over 65 e persone con morbo di Parkinson
Una palestra a cielo aperto si rivolge a tutte e tutti, ma, come sottolinea Stefano, c’è una «specifica attenzione a persone over 65 anni». Inoltre, l’iniziativa si rivolge a seconda delle tipologie di attività, anche a ospiti di fondazioni e case di riposo e persone con disabilità accompagnate da centri e strutture specifiche. «Abbiamo pensato e organizzato attività specifiche per persone con morbo di Parkinson e stiamo studiando proposte specifiche anche per le persone con Alzheimer». Un’esperienza che dichiara guerra alla solitudine e che abbraccia l’inclusività, facendo in modo che tutti possano passare del tempo insieme serenamente e, forse, dimenticando per un attimo le proprie difficoltà.
Palestra inclusiva all’insegna del benessere
Una palestra a cielo aperto affronta però anche un’altra importante questione: il benessere psicologico che nasce dal contatto con la natura, tema caro alla psicologia ambientale. Spiega Stefano, riferendosi alla recente letteratura: «I risultati di recenti studi sui processi terapeutici e di benessere nelle generazioni più anziane sottolineano l’importanza del contatto con la natura per il benessere anche in età avanzata». Gli ambienti naturali possono promuovere la guarigione di tipo fisico, mentale e spirituale. L’accesso alla natura è una componente chiave del benessere e gli spazi verdi possono essere in grado per le persone più anziane di migliorare la salute fisica, il benessere mentale, le connessioni sociali e la qualità della vita. «Attualmente pochi studi parlano dell’associazione tra accesso alla natura e qualità della vita, ma indubbiamente l’accesso ad ambienti naturali può fornire quotidianamente l’opportunità e soprattutto lo stimolo agli anziani per svolgere diverse attività fuori casa. La noia, l’isolamento e la solitudine diminuiscono, mentre aumenta l’autorealizzazione e si sente di avere uno scopo».
Equilibrio tra corpo e mente
Il contatto con la natura supporta allora il raggiungimento della salute, intesa come la definisce l’Organizzazione Mondiale della Sanità e cioè uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale. Sottolinea Stefano: «Con uno sguardo più ampio, possiamo osservare che negli ultimi decenni c’è stato un fiorire di studi ed esperienze sul rapporto tra natura e malattia: in particolare è stato evidenziato che guardare o sostare nella natura provoca cambiamenti fisiologici e psicologici; corpo e mente tornano allo stato di equilibrio e contribuiscono allo stato di integrità e di salute». Ad esempio è stato notato che guardare la natura ed entrare in contatto con essa in un contesto ospedaliero può velocizzare i tempi di recupero. «Ecco perché questo progetto individua come luogo di attività la natura: per creare il miglior setting disponibile tra gli utenti, per stimolare il loro benessere, lo stato di equilibrio e la loro socialità, creando una connessione forte con le proprie sensazioni ed emozioni, perché la natura è un ottimo ponte anche tra noi stessi e le nostre emozioni».
No all’isolamento sociale
Una ginnastica a cielo aperto, a contatto con la natura ma anche con altre persone favorisce senza dubbio anche la socializzazione. «Le persone anziane sono spesso soggette all’isolamento sociale, perché faticano a trovare una reale motivazione a gesti e movimenti quotidiani: condurre una vita ricca di interessi e relazioni interpersonali appaganti può costituire una forte spinta vitale», prosegue Stefano. Sapere di avere un appuntamento fisso con i propri amici per un’attività fisica o una camminata al parco è un semplice esempio che aiuta a condurre una vita ricca di relazioni e socialmente appagante, perché implica organizzazione, gestione del tempo e cura della propria persona.
Quando si parla di socialità piena e appagante, nella vita di una persona anziana, ci si riferisce proprio a quella rete di relazioni che apportano un reale beneficio all’individuo. «Se la spinta alla socializzazione non muta con l’età, ne cambiano però le ragioni e gli obiettivi. A differenza del giovane, l’anziano tende soprattutto a mantenere e coltivare i rapporti già esistenti, un capitale sociale di amicizie e rapporti che si potranno rivelare di grande beneficio anche al suo stato di salute mentale e fisico».
Palestra inclusiva e benefici della rete sociale
Sono molte le teorie che si approcciano al tema dell’anzianità. In particolare, la Socioemotional Selective Theory, maturata da Carstensen nel 1992, sottolinea come una persona anziana seleziona maggiormente le relazioni, concentrandosi su persone che possono offrire supporto emotivo per calibrare l’impegnativo utilizzo di risorse necessarie nelle interazioni. La possibilità di incontrare persone in mezzo alla natura per provare a mettere in pratica insieme delle attività volte al benessere pare allora essere un’ottima strategia per favorire la ripresa o mantenere quella rete di relazioni fondamentale per il benessere psicologico.
Come ricorda Stefano, da molteplici studi è risultato che la socializzazione nella terza età ha diversi effetti positivi: promuove il moto, anche solo una breve passeggiata per andare a trovare un parente o un amico; ricorda all’anziano di sottoporsi a controlli medici frequenti, con scambio di informazioni e opinioni; rallenta il declino cognitivo, in alcuni casi fino al 70%; ritarda l’insorgere di condizioni degenerative quali demenza e Alzheimer; mantiene attiva la memoria; promuove l’autostima e il senso di inclusione; crea intorno all’anziano una rete di supporto emotivo. «Sono tutti benefici di importanza cruciale per promuovere la longevità, e soprattutto una longevità felice».
Sport per tutti per un benessere totale
La palestra a cielo aperto del Parco Alto Milanese mira dunque a promuovere lo sport per tutti, con uno sguardo particolare alle persone anziane. «A causa del declino delle capacità fisiche dovuto all’invecchiamento e ai disturbi più comuni in tarda età, le persone anziane possono trarre benefici dall’attività fisica in misura maggiore rispetto ai più giovani. Un allenamento leggero le aiuta a svolgere le attività quotidiane».
Insomma, l’esercizio fisico aiuta a invecchiare meglio sia fisicamente sia psicologicamente, controlla l’ipertensione arteriosa e il profilo lipidico (livelli di colesterolo), contribuisce a prevenire o ritardare l’insorgenza di patologie croniche connesse all’invecchiamento, riduce il rischio delle conseguenze da osteoporosi e di traumi da caduta.
Il benessere migliora a 360 gradi: dal punto di vista fisico, perché si è motivati a essere attivi; dal punto di vista mentale, per il senso di rilassamento e di riduzione dello stress che gli ambienti naturali comportano; dal punto di vista sociale, perché le esperienze piacevoli in natura sono in grado di ridurre i timori di isolamento e favorire le interazioni. «Negli spazi pubblici si attua così un importante scambio multi-generazionale, specialmente in prossimità di parchi pubblici con campi e parco giochi».