Artademia prenderà il via il 16 novembre. Si definisce una “non-scuola”: punta a ridare speranza e motivazione agli adolescenti che hanno abbandonato gli studi e non lavorano, coinvolgendoli in varie attività usando teatri, boschi e strade
Niente aule, niente voti, niente lezioni frontali, niente materie ma argomenti. E’ la prima “non scuola al mondo”. Si chiama Artademia e dal 16 novembre prenderà il via a Milano. Una sfida per conquistare gli adolescenti che abbandonano la scuola superiore. L’idea è nata a Silvia Pagani, pedagogista curativa, presidente della onlus “Altro che Storie”, che da anni si occupa della qualità della vita di adolescenti e giovani adulti.
Quando si perde la voglia di andare a scuola
Silvia e la sua associazione, le vite di questi ragazzi le conoscono bene: “Alex, 17 anni, ha accumulato una serie infinita di assenze, dopo essere stato bocciato in seconda liceo ed è stato definito ADHD. Sara l’hanno definita borderline perché promette sempre di studiare ma poi bigia. Ma c’è anche Angelica – racconta Silvia Pagani – che ha tutti otto e nove, ma quando è il momento di andare a scuola si sente morire”. Tutti hanno un unico comune denominatore: non hanno più motivazioni. E la scuola, così com’è, non è più adeguata alle esigenze dei nostri tempi. Da qui l’idea di una “non scuola”, di Artademia, un’alternativa alle classiche superiori dove si studia non per ottenere un titolo (che non c’è) ma per nutrire la curiosità, la conoscenza, e le capacità di relazione.
Al posto delle aule strade, teatri e boschi
Per il momento il progetto si rivolge ai ragazzi con più di 13 anni, soprattutto a quelli che hanno perso l’entusiasmo e vogliono ritrovarlo. Il “manifesto” della non scuola è chiaro: la maggior parte delle attività si svolgono all’aria aperta, in città, nei teatri, nei boschi, nelle strade. Non esistono professori ma adulti che amano, disposti a mettersi in gioco senza perdere autorevolezza. Ad “Artademia” non ci sono nemmeno verifiche, “perché non siamo tutti uguali ed anche le richieste devono essere diversificate”. L’appuntamento per gli studenti che scelgono questo percorso è da lunedì al venerdì dalle 9 alle 13,30, senza compiti a casa “perché agli adulti spieghiamo che non devono portarsi il lavoro a casa”. Coloro che parteciperanno ad “Artademia” potranno scegliere tra più corsi all’interno della formazione: dal design e la fotografia alle arti scrittorie al fascino della magia dei numeri alle arti teatrali e cinematografiche.
Le possibilità dopo la non-scuola
Certo, alla fine nessuno avrà un diploma, ma dopo la “non scuola” si apriranno un ventaglio di possibilità: dalla formazione di alto livello come la Scuola 42 di Parigi per i geni dell’informatica, all’iscrizione in una delle 900 università che non richiedono la maturità, ai corsi di formazione specialistica per diventare istruttore sportivo o di fitness per disabili. Altra possibilità sarà, comunque, quella di sostenere l’esame di maturità da privatista. Resta una critica: Artademia è una “non scuola” privata con un costo d’iscrizione che Silvia Pagani vorrebbe riuscire ad abbattere per chi non ha le possibilità economiche. “Il nostro obiettivo – spiegano gli ideatori – è quello di trovare chi, credendo nel progetto, abbia voglia di sostenere le famiglie economicamente”. Un traguardo che si spera possa essere raggiunto nel più breve tempo possibile.