In continuo aggiornamento, fotografa i casi segnalati dall’OMS e da altre autorità sanitarie di tutto il mondo
In Germania un manager di una multinazionale avrebbe contratto il coronavirus, contagiato probabilmente da una collega rientrata da poco dalla Cina. Fortunatamente non è in pericolo di vita. Ma ormai anche l’Europa inizia così a fare i conti con una malattia che sta spaventando tutto il mondo dopo che, a inizio anno, le autorità cinesi hanno dato l’allarme su quel che stava accadendo a Wuhan, una megalopoli da oltre 10 milioni di abitanti. In campo non c’è soltanto l’OMS e i governi, ma anche il mondo della ricerca: la Johns Hopkins University sta mappando il coronavirus, fotografando un’emergenza globale che ha già avuto i primi casi in Europa tra Francia e Germania.
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© Fonte: sito Johns Hopkins University
La mappa
Come abbiamo appreso in queste settimane, la città focolaio del coronavirus è Wuhan. Non è stato ancora confermato se l’origine del virus sia da localizzare all’interno di un wet market della città, ma quel che è certo è che decine di milioni di cinesi sono stati messi in quarantena con l’obiettivo di contrastare, per quanto possibile, la diffusione della malattia. In queste settimana la Johns Hopkins University ha messo online una mappa che raccoglie tutte le segnalazione da parte delle autorità sanitarie, a partire dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
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© Fonte: Wikimedia
Come hanno spiegato i ricercatori dell’ateneo USA, il turismo è stato uno dei principali fattori che ha favorito il contagio al di fuori della città di Wuhan, la Ground Zero del coronavirus. Il 13 gennaio c’è stato il primo caso al di fuori della Cina, in Thailandia, mentre il 19 gennaio Pechino ha confermato il primo malato, un giorno prima della conferma da parte della NHC (la commissione nazionale della salute del Paese) che il coronavirus si può trasmettere da uomo a uomo. Mentre scriviamo la mappa segnala casi non soltanto in Europa, ma anche in nord America e in Africa (Costa d’Avorio).