Una ricerca di Transport&Environment ha concluso che il gas serra, in alcuni casi, è più dannoso di gasolio e benzina. Il dibattito è aperto: le interviste a esperti e associazioni
Quando si parla di automotive, trasporti e carburanti, è difficile arrivare a sentenze definitive. L’impegno a contrastare i cambiamenti climatici, soprattutto scegliendo quante volte ricorrere all’automobile, deve però fare i conti con quel che c’è a disposizione per far “camminare” le nostre quattro ruote. Parlando di metano, un’approfondita ricerca di Transport&Environment è giunta alla conclusione che questo “gas fossile utilizzato nei trasporti non presenta benefici climatici significativi rispetto ai carburanti derivati dal petrolio”. Dopo le polemiche sul diesel, è ora il turno del CH4? Il dibattito in realtà è appena cominciato come ha verificato StartupItalia! intervistando Veronica Anireris, delegata per l’Italia di T&E, Massimo Ciuffini, esperto di trasporti per la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l’Aria.
Metano: la condanna
Per le automobili le prestazioni ambientali del metano sono le più basse stando alla ricerca di Transport&Environment: rispetto a mezzi pesanti e navi, spiega lo studio appena pubblicato, “le riduzioni dei gas serra sono le più basse, con un intervallo compreso tra -7% e + 6% rispetto ai diesel”. Nelle oltre 70 pagine di ricerca, citando dati e fonti, l’ente non soltanto boccia questo carburante fossile, ma avanza seri dubbi sulle potenzialità del biometano derivato da fonti rinnovabili. “La questione fondamentale – spiega la ricerca T&E – è se grandi quantità di metano rinnovabile prodotto sostenibilmente saranno disponibili a costi accettabili”. Focalizzandosi sui trasporti, secondo l’indagine il potenziale massimo che il gas metano rinnovabile può garantire per la domanda di trasporto nell’Unione Europea varia tra il 6,2 e il 9,5%.
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«Non siamo noi a condannare il metano, ma i numeri», ha premesso a StartupItalia! Veronica Anieris, rappresentante di Transport&Environment. «È chiaro che il metano, quando brucia, produce meno CO2 degli altri carburanti, ma quello che viene disperso nella catena di approvvigionamento, nelle infrastrutture necessarie per trasportarlo dai paesi produttori, è dannoso». Più dell’anidride carbonica? «Quando il metano non viene bruciato ha un impatto dannoso sull’ambiente 28 volte superiore nel giro di cento anni. Se diminuiamo il periodo di osservazione a due decenni il danno è 80 volte più importante rispetto alla CO2 dispersa nell’ambiente». Sul tema è intervenuta anche Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l’aria. «Le scelte sulle fonti energetiche di oggi determineranno gli scenari dei prossimi decenni. I risultati di questa ricerca vanno presi come un monito. Bisogna capire se la politica è pronta o meno a uscire dal fossile e sposare le rinnovabili».
Metano: un tema politico
Non lo scelgono soltanto gli automobilisti perché il portafoglio resta più pesante, ma anche la politica. Tuttavia secondo la ricerca di Transport&Environment “non esiste alcun motivo per cui i responsabili politici dovrebbero sostenere l’uso del gas fossile nei trasporti”. Lo studio punta il dito contro le agevolazioni e gli incentivi che rendono più competitivi i veicoli a metano per il mercato italiano. «Dai nostri studi è dimostrato che senza queste agevolazioni, non ci sarebbe più alcuna convenienza rispetto alle altre automobili», ha aggiunto Anieris che ha ribadito la posizione dell’organizzazione Transport&Environment.
«La conversione alla mobilità elettrica è l’unica scelta. Contro dubbi e luoghi comuni sulla fattibilità di questa riconversione verso una flotta di e-car, T&E ha prodotto altri studi secondo cui basterebbe un +6% di energia elettrica di quella attualmente prodotta in Italia per fare il pieno a tutti questi veicoli ecologici. E poi un’auto elettrica è tre volte più efficiente di un’altra con motore tradizionale». Come denuncia lo studio il metano significa infine importazioni dall’estero e dipendenza energetica, a cui vanno aggiunte le dispersioni inevitabili e dannose del gas lungo la catena di approvvigionamento.
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La difesa: “Il metano non è una chimera”
StartupItalia! ha raggiunto Massimo Ciuffini, responsabile per i trasporti e la mobilità presso la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile per capire se il report di Transport&Environment trova d’accordo gli attori impegnati sui temi legati al green e alla sostenibilità. «Lo studio è ottimo, dettagliato, cita tutti i dati – premette Ciuffini – Ma quelli finora a disposizione sono troppo pochi per dare un giudizio definitivo sul metano e sul suo impatto ambientale». Se Transport&Environment punta sulla riconversione totale alla mobilità elettrica, l’ente presieduto dall’ex Ministro dell’Ambiente Edo Ronchi non accetta questa conclusione che fa terra bruciata a tutte le altri fonti energetiche.
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«Il metano – commenta Ciuffini – era nato come carburante ponte tra il gasolio e l’elettrico. E resta una soluzione ancora valido per noi, un giusto compromesso. A differenza della benzina è miscelabile al 100% con il biometano senza che questo danneggi il motore di un’automobile». Il responsabile trasporti della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile cita il decreto che in Italia incentiva la produzione di gas serra da fonti rinnovabili fino al 2022. «Il merito di questo studio è senz’altro quello di proporre i dati. Ma non credo che bastino per bocciare senza appello questo carburante. Il biometano potrebbe alimentare fino al 15% la nostra domanda dei trasporti: ecco perché preferiamo essere cauti».