Questa è la storia di Guled Abdi Adan, 13enne somalo che sta stupendo il mondo. Riesce, infatti, a produrre eco-giocattoli meccanici utilizzando unicamente materiali di scarto e senza aver nessun rudimento di meccanica.
La sua passione, unita alla genialità e ad un pizzico di fantasia e sfrontatezza tipiche della sua età, lo hanno trasformato in una vera e propria star. Almeno nel suo paese. Lui infatti ha solo tredici anni, si chiama Guled Abdi Adan, e vive in una città del Nord della Somalia di nome Buhodle. A tutti gli effetti è un creativo, un innovatore: insomma, un giovanissimo e “non convenzionale”, maker.
La sua “arte” consiste nel creare – senza aver nessun rudimento di meccanica – dei moderni ed ecologici giocattoli usando barattoli, lattine e qualsiasi altro oggetto “riciclabile” per lo scopo. Bambini e adulti del suo villaggio lo seguono tutti i giorni. Vogliono vederlo all’opera mentre trasforma i rifiuti in ecogiocattoli meccanici. Ma, a quanto pare, la sua fama sta varcando anche i confini del villaggio.
E per Guled adesso c’è la speranza di un futuro migliore, lontano da fame e sofferenza.
Una storia incredibile
Prima di continuare a raccontare la storia di Guled è giusto fare una precisazione. Stiamo parlando di un paese, la Somalia, letteralmente devastato da più di vent’anni di conflitti. Uno dei più poveri al mondo, con il 73% della popolazione in condizioni di povertà estrema. Un paese dove l’economia si basa soprattutto sull’agricoltura e l’accesso all’istruzione è un privilegio per pochi: solo il 42% dei bambini infatti frequenta la scuola (fonte: ActionAid). In un contesto simile, il giovane Guled ha trovato la forza di reagire. Ed è stata la sua incredibile curiosità, lo spirito creativo e un intuito sopra la media ad offrirgli l’opportunità di riscattarsi dalla sua sfortunata condizione.
Sin da piccolo Guled ha imparato, senza alcun aiuto, a realizzare dei giocattoli in plastica usando piccoli oggetti di scarto.
«Li usavo per giocare con loro senza alcun motore», ha raccontato alla BBC. Anche perché, Guled vive in casa con la madre, il fratello maggiore e una sorella. Il padre risulta disperso da anni e la situazione economica, chiaramente, non è delle migliori. Per questo lui non ha mai potuto permettersi una vera macchinina giocattolo. «Allora mi sono detto: perché non trasformare le mie creazioni in macchine in movimento?». Così, studiando le automobili reali viste in città, ha realizzato i suoi modelli utilizzando vecchie lattine di olio da cucina trovate nella spazzatura. Copiando il design delle vere autovetture e, soprattutto, riuscendo a motorizzare le sue invenzioni.
Tra politica e appelli social
«Non ho mai visto nessuno fare queste cose. Ho studiato e scoperto, per esempio, come fanno a girare le ruote di una macchina». Per ottenere il movimento, il giovane inventore ha collegato le sue macchinine a una centralina di controllo alimentata con semplici batterie da 0,25 dollari. «Se si sposta l’interruttore sul meno la macchina si muoverà all’indietro – precisa – portandola sul più andrà avanti». Essendo i giocattoli realizzati con materiali di scarto, quella per le batterie rimane l’unica spesa da sostenere per la realizzazione del prototipo.
Ha costruito quattro eco-giocattoli elettronici: un camion, un aereo e due macchine. E anche un utilissimo ventilatore.
Ma, al momento, il suo sogno nel cassetto rimane quello di poter diventare, un giorno, un produttore di automobili. Purtroppo, a causa dei già citati problemi economici e familiari, Guled è rimasto molto indietro nel suo percorso di studi e attualmente è solo al terzo anno di scuola primaria. In seguito alla segnalazione del suo professore però, il giovane creatore di giocattoli motorizzati è stato invitato dal presidente della regione del Puntland – nella Somalia nord-orientale – il politico ed economista Abdiweli Mohamed Ali. Le creazioni di Guled sembrano aver colpito nel segno, tanto che l’ex primo ministro si è offerto di finanziare la sua formazione.
Ma per lui ora c’è una nuova sfida: riuscire ad ottenere fondi per acquistare nuove parti che gli permettano di realizzare i suoi innovativi congegni, che d’ora in avanti vorrebbe provare a vendere. Intanto è nata anche una campagna social, su Facebook e Twitter, per sostenere Guled. I cittadini somali stanno chiedendo al governo e ad altri potenziali benefattori un sostegno, affinché possa riuscire realizzare il suo sogno.