L’allarme lanciato dall’Osservatorio nel suo 12esimo rapporto. Le sfide poste dalla rivoluzione dell’industria 4.0 sono un potenziale fattore di crescita, ma ci sono ancora poca consapevolezza e propensione a innovare
Dopo un quinquennio in cui i numeri stavano lentamente tornando positivi, la crisi potrebbe strisciare ancora tra le imprese del Terzo settore. A suonare il campanello d’allarme è il dodicesimo Osservatorio Isnet sull’impresa sociale, ovvero sulle organizzazioni del terzo settore con finalità di ordine economico. Dati lievemente negativi su ambo i lati: crescono al 19.5% le imprese sociali in difficoltà (+4,5% rispetto al 2017), mentre si registra una flessione delle imprese con un andamento in crescita (che passano dal 42% al 40% ).
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La fotografia scattata dall’Isnet
Come se non bastasse, certifica l’Isnet, diminuiscono di 8 punti percentuale le imprese sociali che prevedono incrementi del personale, anche se la maggior parte continua a garantire livelli di stabilità occupazionale. Tutto questo avviene dopo un lustro in cui il numero delle cooperative sociali in difficoltà era invece diminuito costantemente, passando dal 39,3% al 15%.
Perché il Terzo settore deve puntare sull’innovazione
L’Osservatorio si è poi concentrato sulle opportunità offerte dall’industria 4.0 L’incertezza economica – si legge nel rapporto – va di pari passo con la consapevolezza dell’importanza di avviare investimenti in innovazione. Crescono tutti gli indicatori legati a questo ambito (+13,7% di imprese che hanno sviluppato nuovi prodotti e servizi pari al 52,2% di segnalazioni; +8,3% che hanno indentificato nuove aree geografiche in cui operare pari al 32,3% segnalazioni). Contemporaneamente, il 94% del panel dichiara che gli obiettivi di innovazione non sono stati completamente raggiunti, e che “si sarebbe potuto fare di più”.
Cosa frena la rivoluzione industriale 4.0
I principali ostacoli evidenziati dall’Isnet riguardano una scarsa risposta del mercato sia pubblico sia privato (43,6%, + 10% rispetto lo scorso anno) e la presenza di resistenze interne al cambiamento (34%, + 12,6% rispetto al 2017).
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Su questo aspetto l’Osservatorio Isnet ha realizzato, in partnership con Banca Etica, per il secondo anno consecutivo, l’approfondimento “Strumenti per lo sviluppo delle imprese sociali” con un focus su impresa sociale 4.0, per conoscere l’impatto delle nuove tecnologie sulle imprese sociali.
Scarsa consapevolezza su IA, blockchain, sharing economy e monete virtuali
I dati – i primi in Italia – evidenziano l’importanza di accompagnare le imprese sociali su questi temi. Dei 10 aspetti considerati (robotica avanzata, nuovi materiali, sensoristica, intelligenza artificiale, stampa 3D, blockchain e moneta virtuale, veicoli che si guidano da soli, genetica e bioprinting, sharing economy, digitalizzazione dei processi) ad esclusione della digitalizzazione dei processi e considerando solo le imprese sociali che hanno indicato non so rispondere o impatto né positivo né negativo, è complessivamente il 37% gli intervistati ad ammettere scarsa consapevolezza. I valori di conoscenza e impatto positivo aumentano nel caso di organizzazioni con maggior propensione all’innovazione o per i settori di attività con ricadute elevate (ad esempio l’assistenza sociale per la robotica).