Neuroteam, startup nata come spin-off dell’Università degli Studi di Palermo, sviluppa dispositivi biomedicali indossabili. Ha realizzato un paio di occhiali in grado di potenziare le prestazioni del cervello, dall’attenzione alla memoria. E sono utili per tutti.
Sapete quella storia che usiamo solo il 20% del nostro cervello? È questo lo spunto che da il via ad uno dei film di maggior successo degli ultimi anni, Limitless, nel quale il protagonista Bradley Cooper fa ricorso ad una smart drug, un farmaco top-secret chiamato NZT, per potenziare le prestazioni della propria mente. Nella realtà invece, accade che in Sicilia, a Palermo, un neuroscienziato abbia scoperto come potenziare alcune funzioni del cervello attraverso un paio di occhiali. Un paio di occhiali speciali, in grado sì di migliorare le performance cognitive di chi li indossa, ma anche di curare dislessia e demenza senile.
Lenti speciali che attivano il cervello
Li hanno chiamati Neurogoggles (o occhiali prismatici). «A prima vista sembrano semplici occhiali con lenti molto spesse. In realtà, quando indossati mostrano una realtà distorta». A parlare è il suo ideatore, Massimiliano Oliveri, medico specialista in neurologia e professore di neurofisiologia all’Università di Palermo.
Ma perché Oliveri ci parla di una “realtà distorta”? Perché le sue lenti si basano proprio sulla capacità di produrre distorsioni visive in grado di attivare specifiche aree del cervello. In questo modo è possibile aiutare non solo chi ha subìto un trauma, ma anche chi vuole potenziare la propria attività cerebrale per ottenere prestazioni più elevate.
Potenziare attenzione, memoria e linguaggio
Queste lenti sono il risultato di quindici anni di ricerche e sperimentazioni portate avanti da un team di neurologi, psicologi clinici, neurofisiologi e psicoterapeuti, sfociate nella nascita di una startup di cui Oliveri è il fondatore. Nata grazie al sostegno dell’incubatore d’imprese Arca, Neuroteam – questo il nome – è una startup definita “a vocazione sociale”.
Offriamo servizi clinici per il potenziamento di attenzione, memoria e linguaggio per tutti quei soggetti che hanno subito traumi a livello celebrale
Stiamo parlando di ictus, demenze senili, traumi cranici, ma anche patologie come il morbo di Alzheimer o Parkinson. «Sarebbe errato però pensare che ci rivolgiamo solo a soggetti con problemi di deficit psichico», prosegue. «Il nostro intervento è destinato anche al professionista che vuole migliorare attenzione e memoria, agli sportivi che si rivolgono alla nostra struttura per il potenziamento delle capacità spazio temporali, fino ai bambini affetti da disturbi dell’apprendimento».
Non solo riabilitazione cognitiva dunque. Anche se, «in questo campo specifico – tiene a precisare Oliveri – siamo gli unici a progettare dispositivi indossabili». L’obiettivo è quello di ottenere dal cervello gli stessi effetti delle onde elettriche o magnetiche, grazie all’utilizzo di dispositivi indossabili che non emanano onde, come un paio di occhiali appunto.
«I disturbi cognitivi e del comportamento sono associati in qualche modo ad alterazioni dell’eccitabilità di specifiche strutture del cervello – spiega – che è possibile modulare in modo non invasivo». Questo permette di ottimizzare l’efficacia della riabilitazione in termini di intensità, rapidità di insorgenza e durata degli effetti rispetto ai trattamenti convenzionali.
In questo senso, gli occhiali prismatici sono il nostro ultimo progetto
Come funzionano i Neurogoggles
«Le lenti speciali inducono una perturbazione che spinge il cervello ad agire per correggere l’input ricevuto indossando gli occhiali», spiega Oliveri. È scientificamente provato che questo comporti l’attivazione di aree specifiche del cervello. Il paziente non ne è cosciente, è il suo cervello a reagire agli stimoli ricevuti, procedendo per tentativi ed errori.
«Gli oggetti – continua il neuroscienziato – sembrano spostati di un certo numero di gradi a destra o a sinistra, in alto o in basso». Non si tratta di realtà virtuale o aumentata, ma di una realtà distorta. Indossare gli occhiali dunque, porta involontariamente ad esercitare una zona del cervello. Il soggetto sarà costretto a calibrare la propria attenzione per raggiungere l’obiettivo.
«Se cercherà di raggiungere quell’oggetto sbaglierà credendo erroneamente di vederlo davanti a sé. Dopo un certo numero di tentativi, il cervello correggerà il movimento dell’arto e raggiungerà l’oggetto». Solo l’esercizio continuo dunque, porterà il cervello a correggere ogni errore e ad ottenere il potenziamento di quella zona specifica. «È sufficiente una sola sessione di appena venti minuti per avere un effetto migliorativo immediato e protratto per qualche ora – spiega Oliveri – mentre una sessione programmata e duratura può avere effetti positivi nel tempo».
Occhiali prismatici: il business del futuro
Ictus, demenze senili, Alzheimer, ma anche disturbi dello sviluppo e dell’apprendimento, sono patologie in costante crescita.
Secondo il rapporto mondiale Alzheimer 2015, a livello globale si contano quasi 47 milioni di persone affette da una fonte di demenza. Un numero purtroppo destinato ad aumentare esponenzialmente, fino a sfiorare i 75 milioni di persone nel 2030 e superare i 130 milioni nel 2050. Nel nostro paese le persone con demenza sono poco più di un milione.
Nel 2050 saranno oltre due milioni. «Neuroteam nasce proprio per contribuire a dare una risposta a un problema destinato a pesare sempre di più sul nostro tessuto sociale», sottolinea il suo fondatore. Non si tratta solo di problemi legati alla salute ma anche di costi sociali, che solo nel 2015, sono arrivati quasi a toccare i 37 miliardi di euro. Un’enormità.
Anche per questo, l’utilizzo di dispositivi wereable può portare con sé una serie di vantaggi: in primis, renderebbe l’attività di riabilitazione più accessibile dal punto di vista economico, oltre ad avere il non trascurabile vantaggio di poterla effettuare direttamente a casa, con il controllo in real time del medico.
Occhiali low cost (e pronti per il grande pubblico)
«I nostri Neurogoggles oggi sono già in vendita ai professionisti del settore sanitario, non solo in Italia ma anche all’estero, a partire da Spagna e Inghilterra», spiega Oliveri. «Hanno un prezzo accessibile, circa 50 euro, comprensivo anche del software necessario per il miglioramento della prestazione cognitiva, a cura della Fifth Ingenui». Ma dopo l’esperienza clinica nella neuroriabilitazione, Neuroteam è pronta a lanciare la sfida al mercato wearable. Anche per questo, il prossimo passo sarà dotare gli occhiali prismatici di un look più accattivante.
Stiamo pensando a partnership con produttori italiani. I Neurogoggles diventeranno occhiali di tendenza e saranno distribuiti anche al grande pubblico
Non solo. Alla Neuroteam stanno studiando anche nuovi protocolli per stimolare l’attività celebrale. Esercizi mirati al potenziamento delle prestazioni e alla prevenzione dall’invecchiamento del cervello. Ricordate ancora quella storia che usiamo solo il 20% del nostro cervello? Bene, dimenticatela.
Antonio Carnevale