Il brevetto, nato da Aferetica srl e CytoSorbents Corporation, permette di effettuare più trapianti di reni e fegato con risultati migliori
Si chiama “Perlife” il nuovo sistema terapeutico per i trapianti di reni e fegato progettato da Aferetica srl, startup modenese specializzata in depurazione del sangue, e CytoSorbents Corporation, società americana di immunoterapia. Perlife è il primo brevetto al mondo, presentato al Congresso Internazionale dei Trapianti di Madrid, che permette di purificare e ricondizionare, contemporaneamente, fegato e reni subito dopo il prelievo e prima dell’impianto. Il sistema consente non solo il recupero di organi che altrimenti non sarebbero trapiantabili, ma anche una più alta percentuale di successo dell’intervento chirurgico.
Come funziona Perlife
Cosa ha inventato di nuovo questo sistema? Lo spiega Mauro Atti, uno dei due fondatori di Aferetica (l’altro è Stefano Rimondi): «In passato, gli organi prelevati venivano conservati nel ghiaccio sino al momento del trapianto. Questo comportava un rischio di “danno da ischemia riperfusione”, e la possibile conseguenza di un esito negativo dell’intervento».
«Perlife agisce in questo modo – continua Atti – una volta prelevato dal donatore l’organo da trapiantare, questo viene sottoposto ad una perfusione (ndr lavaggio), a temperature tra i 4 ed i 37 gradi, con liquidi ossigenati affini a quelli corporei. Grazie al nostro sistema di purificazione ed al brevetto CytoSorb, i polimeri agiscono da spugne e assorbono le impurità, i mediatori dell’infiammazione, dal liquido di perfusione».
Leggi anche: Al Don Gnocchi, robot e “videogiochi” usati per la riabilitazione dei pazienti
In questo modo, vengono migliorate funzionalità e vitalità di reni e fegato, aumentando le probabilità di poter recuperare i cosiddetti organi marginali (altrimenti inutilizzabili), e innalzando il numero di questo tipo di interventi. Si consideri che proprio reni e fegato rappresentano l’88% della totalità dei trapianti di organi a livello mondiale. Le grandi novità di Perlife, sono, oltre alla perfusione e alla purificazione, anche la possibilità di poter passare da una temperatura minima di 4 gradi ad una massima di 37 all’interno dello stesso sistema.
La nascita del rivoluzionario sistema
Perlife, brevettato nel 2013 dopo quattro anni di lavoro, è in fase di certificazione ed entrerà in commercio nei primi mesi del 2019. «L’investimento per la progettazione è costato 3 milioni di euro, in parte finanziati da privati, in parte dalla Regione Emilia Romagna, oltre ai fondi pervenuti da bandi di concorso e supporti finanziari da parte di diverse banche nazionali», spiega l’ad Atti.
Aferetica affonda le sue radici proprio nella biomedicina. «Io, insieme all’ingegner Stefano Rimondi, entrambi bolognesi, operiamo da 30 anni in questo campo. Abbiamo accumulato esperienze pluriennali all’interno di diverse multinazionali – spiega Atti – fino all’idea di fondare la startup, nel distretto di Mirandola, e progettare questo sistema, che è il risultato di anni di lavoro a contatto con gli ospedali, in particolar modo con il reparto di dialisi. In Italia possiamo, veramente, vantare un sistema sanitario fatto di eccellenze e competenze professionalmente elevate. Peccato che, il più delle volte, questo sia schiacciato dalla mancanza di relative contribuzioni», rivela Atti e coglie l’occasione per ricordare le preziose collaborazioni con l’Istituto Mario Negri, l’Ospedale di Bergamo, le Università di Torino, Milano e Pisa ed il Centro Nazionale Trapianti. Ognuno di questi enti è stato importante per la nascita di Perlife.