La pandemia ha influito sul gender gap e sulla situazione economico-finanziaria di tantissime donne sul territorio nazionale. Proprio dall’indagine “La condizione economica femminile in epoca di Covid-19” realizzata da Ipsos per WeWorld, emerge non solo che da Nord a Sud una donna su due ha visto un peggioramento nella propria condizione economica negli ultimi 12 mesi ma, sempre a causa della pandemia, il 60% delle donne non occupate e con figli dichiara di aver avuto una riduzione almeno del 20% delle proprie entrate con una conseguente dipendenza economica sempre più evidente.
Infatti, proprio il 51% delle donne è sempre più dipendente dal partner e dalla famiglia dal punto di vista economico. Questo dato allarmante non solo riflette una società in cui è chiaro che le donne siano ancora le prime a soffrire di una disparità sociale e lavorativa radicata ma evidenzia anche il rafforzamento di uno stereotipo storico, legato all’idea della “donna del focolare”, con una evidente se non totale dipendenza economica nei confronti del partner e della famiglia.
Uno stereotipo che, visti i dati emersi dall’indagine, viene rafforzato sempre di più anche dal punto di vista famigliare, per cui il lavoro di cura è quasi interamente sulle spalle delle donne: basti pensare al 38% delle donne (2 su 5) che afferma di farsi interamente carico di persone non autonome come anziani e bambini, dato in crescita al 47% tra le donne tra i 25 e i 34 anni, e al 42% nella fascia tra i 45 e i 54 anni per le cure agli anziani.
Una donna su due ha poca sicurezza economica e rischia di perdere il lavoro
La crisi pandemica ha colpito tutti e le donne sono tra le prime ad averne risentito.
Sempre secondo l’indagine Ipsos per WeWorld, il 38% delle donne afferma di non essere in grado di sostenere una spesa imprevista, percentuale in salita al 46% per le madri con figli.
Quindi, ciò che emerge dall’indagine, è che la pandemia abbia appesantito il carico economico, psicologico e di cura sulle spalle delle donne e che non abbia fatto altro che deteriorare una situazione già critica, anche in pre pandemia.
Che il gender gap abbia allontanato le donne dal mondo economico e le abbia costrette ad una lotta continua per i propri diritti e uguaglianze socio-culturali è ormai appurato, contando che secondo la ricerca “Le Donne e la Gestione del Risparmio” promossa da Episteme, non solo le donne sono meno presenti degli uomini nel mercato del lavoro, ma nella maggioranza dei casi detengono anche uno stipendio inferiore rispetto ai propri partner.
Il ruolo dell’educazione finanziaria nel gender gap
La disparità continua, anche tra le mura domestiche e nella quotidianità: il 37% delle donne non possiede un reddito personale e il 21% non possiede un conto corrente personale. Dai dati emerge che anche negli aspetti più concreti e quotidiani, le donne mostrano una minore conoscenza della propria situazione economica e di tutti gli strumenti a loro disposizione per gestirla.
Ed è proprio nel connubio donne e gestione economica che assume un ruolo particolarmente importante l’educazione finanziaria ma la maggior parte delle donne preferisce affidarsi ad amici esperti o consulenti (19,1%) rispetto a frequentare corsi di aggiornamento, seminari, iniziative formative (7,1%).
Che le donne si stiano allontanando dalla gestione delle proprie finanze?
Educazione finanziaria ed empowerment femminile: il progetto LeROSA
È proprio per educare all’indipendenza economica strappando così le donne ai ruoli sociali stereotipati a loro attribuiti da secoli di storia che nasce LeROSA, community digitale creata dall’imprenditrice Giulia Bezzi e formata da 2.230 membri che, grazie al digitale, connette il genere femminile e gli strumenti finanziari al mondo del lavoro raggiungendo oltre 40.000 interazioni al mese.
“Vogliamo contribuire all’azzeramento più rapido del gender gap partendo da noi, senza demonizzare l’uomo, coinvolgendolo quando possibile, ma mantenendo il focus su come noi, per prime, possiamo raggiungere la nostra indipendenza economica e culturale – racconta a StartupItalia Giulia Bezzi, founder di LeROSA – La vision del progetto è: partire dalle donne per cambiare in meglio il mondo. Un cambiamento radicale nel modo di pensare e, di conseguenza, di agire”.
Nato nel 2017 a Padova come gruppo Facebook per supportare il desiderio di autonomia nelle donne e cresciuto esponenzialmente negli ultimi due anni, il progetto LeROSA ha superato i confini della community digitale e ha dato origine a un vero e proprio progetto di divulgazione e di aggregazione femminile attraverso i canali digitali. Insomma, un modo per diffondere l’educazione finanziaria e il know-how sul mondo del lavoro in modo smart e digitale.
“Il nostro blog è la parte di esposizione verso il pubblico, la vetrina delle professioniste che ricevono 40 ore al mese tra formazione e assistenza alla scrittura degli articoli grazie al team SEO&Content. Abbiamo avuto picchi di 65.000 persone/mese che leggono gli articoli scritti da professioniste che seguiamo per insegnare loro a promuoversi al meglio – racconta a StartupItalia Giulia Bezzi – A questa si aggiunge la nostra newsletter, in cui riportiamo gli articoli, diamo consigli per sfruttare al meglio la community, i nostri social e a breve un volto nuovo su TikTok per diffondere LeROSA alle più giovani, alle quali vogliamo portare informazioni utili alla loro futura carriera”.
Ma il focus del progetto rimane l’educazione finanziaria a 360 gradi, ed è proprio per questo che, il filo che lega tutte le attività di LeROSA è l’indipendenza economica e culturale.
Ore di formazione gratuita per imparare a promuoversi online e scrivere contenuti di valore, per avvicinare le donne al digitale e al mondo del lavoro attraverso la costruzione di una propria indipendenza economica e culturale.
“Stiamo tenendo riunioni settimanali per conoscerci e trattare tematiche di interesse comune: adesso per esempio stiamo studiando tutta la parte bandi di finanziamento che stanno uscendo. Stiamo programmando i prossimi incontri per lavorare sull’economia finanziaria, per allenare l’attitudine al networking, per valutare se le idee di business che si hanno hanno valore. Sono brainstorming liberi che modero in prima persona per comprendere anche quale problematiche si riscontrano e cercare nuove opportunità per la community – racconta Giulia Bezzi a StartupItalia – Inoltre, facciamo partire dei progetti che chiamiamo prototipi, come quello del Club delle Artigiane, 3 mesi di incontri per comprendere le difficoltà delle artigiane presenti, le loro lacune, i loro business plan, i loro progetti produttivi, la loro consapevolezza digital per poterci preparare a un’attività più completa.
E in un contesto lavorativo così colpito dalla crisi legata al Covid-19, l’educazione finanziaria e l’indipendenza economica e culturale per il genere femminile assumono un’importanza ancora più evidente, e LeROSA punta a supportarli.
“Ricordiamoci che al Sud e nelle isole, secondo i dati ISTAT, lavora soltanto il 33% delle donne, con una media italiana del 49% e non può essere un valore soddisfacente. Educazione finanziaria e digitale devono andare a braccetto per eliminare veloci queste percentuali dalla nostra Italia – afferma Giulia Bezzi – Dobbiamo generare un movimento di azione, non vogliamo donne che di mestiere facciano le “corsiste”, vogliamo donne che grazie alla nostra assistenza e supporto abbiano gli strumenti adatti per generare la propria indipendenza economica e culturale. E non puntiamo a supportare le donne già imprenditrici: vogliamo stare accanto alla maggioranza delle donne perché diventino consapevoli dell’importanza di potersi mantenere anche con un lavoro da dipendente. Dobbiamo avere un lavoro che ci faccia tenere sempre la testa alta, che non generi una vita di rinunce e di privazioni, che sia al pari del nostro partner per poterlo vivere per amore e non per dovere”.