Il microstato della Polinesia teme di scomparire a causa del cambiamento climatico e sta costruendo una versione digitale, adottando soluzioni di realtà aumentata e virtuale. Per il longform della domenica il nostro inviato in Asia Lorenzo Lamperti racconta le nuove strategie tecnologiche per contrastare il climate
Quando si parla di cambiamento climatico, a Tuvalu non è solo una formula o una minaccia da posizionare nel futuro più o meno prossimo. No, il cambiamento climatico a Tuvalu ha un impatto visibile già sul presente. Il piccolo arcipelago della Polinesia, a metà strada tra l’Australia e le isole Hawaii, è uno degli Stati più a rischio a causa dell’innalzamento del livello dei mari. Per questo il microstato dell’Oceania ha deciso di costruire una perfetta replica di se stesso nel metaverso, con l’obiettivo di preservare non solo la sua conformazione fisica ma anche la sua storia e la sua cultura, mentre l’avanzamento dell’Oceano Pacifico rischia di sommergerlo.
Il territorio di Tuvalu è costituito da un gruppo di nove isole abitate da circa 12mila persone. Essendo isole basse, le comunità di Tuvalu sono particolarmente sensibili ai cambiamenti del livello del mare. Nel punto più alto, Tuvalu si trova a soli 4,6 metri sopra il livello dell’oceano. Il governo locale è da tempo preoccupato: si stima infatti che un innalzamento del livello del mare di 20-40 centimetri nei prossimi 100 anni potrebbe rendere il piccolo arcipelago inabitabile.
Tuvalu rischia di sparire
Tuvalu ha già da tempo adottato un piano d’azione nazionale in quanto si sono verificati fenomeni e trasformazioni negli ultimi anni. Tra questi, l’acqua marina che sgorga attraverso la roccia corallina porosa durante l’alta marea e l’inondazione di aree basse, tra cui l’aeroporto, durante le maree primaverili e le maree reali.
Per questo il futuro fa più paura e il governo di Tuvalu ha deciso di presentare un piano innovativo durante la recente COP27 che si è svolta in Egitto nel 2022. Simon Kofe, Ministro della Giustizia, delle Comunicazioni e degli Affari Esteri, ha dichiarato durante l’evento internazionale a Sharm El-Sheikh che, in risposta all’innalzamento del livello del mare, il Paese avrebbe caricato una versione virtuale di se stesso nel metaverso.
Non è la prima volta che Kofe si rende protagonista di dichiarazioni in grado di attirare l’attenzione della comunità internazionale. In occasione della COP26 del 2021, per esempio, si era rivolto alla conferenza in piedi, immerso fino alle ginocchia nel mare, per illustrare come Tuvalu sia in prima linea nella lotta ai cambiamenti climatici.
“La nostra terra, il nostro oceano, la nostra cultura sono i beni più preziosi del nostro popolo e per tenerli al riparo da ogni pericolo, qualunque cosa accada nel mondo fisico, li sposteremo nel cloud“, ha dichiarato questa volta in un video che lo vede ancora in piedi su una replica digitale di un isolotto minacciato dall’innalzamento del livello del mare.
Lo “sbarco” nel metaverso
Lo scorso anno, la capitale della Corea del Sud e l’isola di Barbados hanno dichiarato che sarebbero entrate nel metaverso per fornire rispettivamente servizi amministrativi e consolari. Ma l’obiettivo di Tuvalu è quello di diventare la prima nazione digitalizzata nel metaverso, un regno online che utilizza la realtà aumentata e virtuale per aiutare gli utenti a interagire e a svolgere servizi amministrativi e consolari. La presentazione del gemello digitale di una delle isole di Tuvalu segna l’inizio di un progetto in corso per catalogare, mappare, registrare e salvare quanto più possibile della vita delle isole di Tuvalu, compresi documenti storici, registri di pratiche culturali e album di famiglia.
Taking a short retreat with the family on Fualefeke Island to reflect on the eventful year that has been and to recalibrate for the year ahead. Best wishes to families, friends, colleagues and our partners for 2023. Tuvalu Mo Te Atua. pic.twitter.com/YjIa7rM1BB
— Simon Kofe (@Simon_Kofe) January 1, 2023
“L’idea è di continuare a funzionare come Stato e di preservare la nostra cultura, la nostra conoscenza e la nostra storia in uno spazio digitale“, ha spiegato Kofe, puntando il dito contro la comunità internazionale che a suo dire non starebbe facendo abbastanza per prevenire il cambiamento climatico e proteggere i microstati. “Isole come questa non sopravvivranno ai rapidi aumenti di temperatura, all’innalzamento del livello del mare e alla siccità. Quindi le ricreeremo virtualmente. Pezzo per pezzo preserveremo il nostro Paese, daremo conforto alla nostra gente e ricorderemo ai nostri figli e ai nostri nipoti cos’era la nostra casa un tempo”.
La vicenda presenta anche degli aspetti legali inediti. L’intenzione di Tuvalu è quella di garantire, attraverso la sua replica in versione digitale, al Paese di continuare a funzionare come Stato anche se dovesse essere completamente sommerso. Il governo vorrebbe provare a garantire che Tuvalu continui a essere riconosciuto a livello internazionale come Stato e che i suoi confini marittimi siano mantenuti anche se le isole dovessero venire completamente sommerse. Comprese le risorse naturali all’interno di quelle acque.