La realtà di Joseph Humfrey e Jon Ingold sorprende con un viaggio tanto duro quanto delicato
Non si può certo dire che quelli di inkie Ltd siano degli sbarbatelli. La realtà di Joseph Humfrey e Jon Ingold ha infatti già diverse produzioni piuttosto interessanti all’attivo, tra le quali annoveriamo senz’altro Overboard (qui la recensione del nostro Alessandro). Ma è con A Highland Song che probabilmente faranno il salto di qualità, proponendo un mix di generi non sempre ben amalgamati ma nel complesso in grado di proporre una esperienza ludica intrigante e, perché no, emozionante.
A Highland Song, canzoni scozzesi
A proposito di emozioni, avete presente quella sensazione provata in The Legend of Zelda – Tears of the Kingdom (qui la nostra recensione) – come pure nel predecessore, Breath of the Wild – quando, giunti alla sommità di una torre Sheikah o di un monte, si esplora il territorio circostante per capire come muoversi e in che modo avventurarsi?
Non la pensavamo replicabile in un titolo dueddì, invece il team britannico ci ha sorpreso, riuscendo a ricreare un vasto mondo, pure parecchio intricato, nel quale la nostra Moira McKinnon, giovanissima protagonista, si muove con l’agilità di una scimmietta. La sua buona volontà però non è sufficiente, come vedremo, a evitarle pericoli anche mortali e presto si ritroverà tutta sola a vagabondare per terre desolate e accidentate, senza mappe, tende e scorte alimentari.
La storia è quanto di più semplice, dato che vede la ragazzina scappare di casa per soddisfare un capriccio: vedere il mare. Moira intrattiene un rapporto epistolare con suo zio, che l’ha invitata per il festival di Beltane: una scadenza che rende il desiderio di evasione della protagonista una corsa contro il tempo, dato che solo cinque giorni (virtuali) la separano da quell’evento. Il titolo ha più finali e concede anche di arrivare sulla costa in ritardo, ma naturalmente la voglia di scoprire che cosa mai ci attenda se si giunge al faro dello zio per Beltane rende tutto più entusiasmante.
Se la storia di A Highland Song è semplice e pure un po’ puerile, l’avventura che attende Moira, invece, non è certo a misura di bambina, contemplando di avventurarsi in uno dei luoghi più impervi e desolati del pianeta. Qui il platform 2D britannico che in apparenza pare un walking simulator rivela la sua natura survival, chiedendoci di proteggere Moira non solo dalle asperità del terreno (dovrà scalare montagne e saltare dirupi) ma anche dal clima, che in Scozia è quanto mai capriccioso ed estremo. Vagare nottetempo per i terreni accidentati delle brughiere, magari sotto un temporale, significa solo aumentare le probabilità di cadere in un crepaccio.
I pendii che la piccola Moira si trova ad affrontare non hanno nulla da invidiare a quelli domati dal nostro amato Link, per tornare al parallelismo zeldiano. Per questo sarà importante tenere d’occhio il livello di affanno e, soprattutto, l’energia vitale, che si ridurrà in caso di mal tempo, stomaco vuoto e notti passate all’addiaccio. Capita poi che un sentiero percorso per mezza giornata ci costringa a tornare indietro: la frustrazione in quei frangenti è davvero immensa, ma non dimentichiamo che Moira si è imbarcata in una avventura più grande di lei, senza conoscere il territorio che la separa dal mare e senza la giusta attrezzatura. E gli sviluppatori hanno voluto evidenziarlo.
Decisamente più dolci e allegri, invece, i frangenti in cui bambinescamente si insegue un cerbiatto in quella che è a tutti gli effetti una sessione da rhythm game sulle note, scozzesissime, dei brani dell’artista Laurence Chapman. Insomma, A Highland Song è esattamente come le brughiere scozzesi, peraltro riprodotte divinamente in modo acquerellato sia su Switch sia su PC: in apparenza sembra che non possa esistere nulla di più bello e ci si crede in paradiso. Basta però che il tempo peggiori per scoprire quanto può essere inospitale, dura e selvaggia la Scozia. E così la nostra breva permanenza in questo videogame indipendente. I Romani, è noto, rinunciarono a conquistarla e si ritirarono al di qua del Vallo di Adriano, voi avrete maggior fortuna?