I cibi considerati terapeutici (superfood ma anche dieta sirt e prodotti assimilabili) valgono oramai il 10% dei consumi alimentari e crescono il doppio della media (+5% l’ultimo anno, i superfood l’8%)
Gli italiani sono in salute e attenti al proprio benessere. Questo è quanto emerge dal rapporto Coop 2017: il 70% degli italiani, primi in Europa, dichiara di essere disposto a pagare di più per avere una maggiore qualità nel proprio carrello della spesa.
Anche quest’anno, biologico e senza glutine continuano a salire: nel primo semestre 2017 il bio segna un aumento a valore del 16,1% e il senza glutine del 16,%; aumentano anche cibi integrali, senza lattosio e bevande vegetali. Il bio piace, l’origine locale degli alimenti è considerata un valore. Aumentano poi le vendite dei “cibi terapeutici”: al primo posto ci sono avocado e zenzero, seguiti da olio di lino, semi di lino, semi di zucca. In classifica ci sono anche quinoa, curcuma, goji, semi di chia e farro.
Occhio al senza glutine
L’aumento delle vendite di prodotti senza glutine non è necessariamente una notizia positiva: recenti studi hanno infatti chiarito che il 10% degli italiani segue una dieta parzialmente o totalmente gluten free, senza averne reale bisogno. Diverse ricerche hanno dimostrato che una dieta senza glutine non garantisce benefici se a seguirla è un soggetto non celiaco. Anzi, accade il contrario: per dare ai prodotti gluten free una consistenza ideale si deve ricorrere ad additivi, grassi e zuccheri, elementi che vengono spesso inseriti in quantità maggiori qui rispetto ad alimenti no gluten free.
I cibi considerati terapeutici (superfood ma anche dieta sirt e prodotti assimilabili) valgono oramai il 10% dei consumi alimentari e crescono il doppio della media (+5% l’ultimo anno, i superfood l’8%). Anche per i prodotti più “tradizionali”, quelle che si affermano sono le varianti salutari. E dunque sono in calo latte uht (-4,6%) in favore di quello a alta digeribilità (+174,4%) o le uova di galline allevate in batteria (-8,2%) a favore di quelle allevate a terra (+15%).
Un’altra buona notizia, infine, è che più di un italiano su 3 si fa dettare la dieta alimentare direttamente dal proprio medico piuttosto che dal produttore o distributore alimentare.